Non è facile capire cosa siano i debiti fuori bilancio, come nascono e quali effetti concreti producano sugli enti locali, iniziamo col dire che i debiti fuori bilancio stanno diventando il tallone d'Achille di molti comuni italiani.
Diverse relazioni di varie sezioni territoriali della Corte dei Conti hanno messo in evidenza come “da fattore patologico” si siano trasformati “in ordinaria modalità di gestione della spesa”.
Il problema interessa da vicino e in misura considerevole anche il comune di Nicosia, che sta provvedendo all'accertamento e al riconoscimento dei propri.
Di recente se ne è parlato molto soprattutto in consiglio comunale, l'organo al quale, per legge, spetta il riconoscimento dei debiti fuori bilancio.
Secondo il Ministero dell’Interno, il debito fuori bilancio può essere definito come “un’obbligazione verso terzi per il pagamento di una determinata somma di denaro assunta in violazione delle norme giuscontabili che regolano i procedimenti di spesa degli enti locali”, tradotto, vuol dire che i debiti fuori bilancio sono debiti assunti da un Comune al di là degli stanziamenti previsti dal bilancio di previsione, debiti, in altri termini, contratti senza deliberazione e oltre il limite di spesa autorizzato.
Una zavorra che falsa la situazione finanziaria e gestionale dei Comuni, i debiti fuori bilancio non solo espongono l'ente che li contrae a controversie legali, ma sconvolgono gli equilibri di bilancio togliendo di fatto significatività e valore alle stesse scritture contabili. I debiti fuori bilancio, cioè, rendono spesso inattendibile la situazione finanziaria e gestionale ufficialmente presentata dai Comuni, che possono anche arrivare a evidenziare avanzi di amministrazione di fatto inesistenti o, al contrario, occultare disavanzi sommersi.
Ultimamente in una delle ultime riunioni del consiglio comunale di Nicosia si è discusso e si sono approvati e riconosciuti debiti fuori bilancio per circa 600.000 euro, una cifra enorme per un piccolo comune come Nicosia, sentire ancora oggi di cause risalenti al 1986 che hanno prodotto nel tempo interessi, parcelle e consulenze partendo dal 10.000 euro per arrivare a 42.000 euro, fa balzare sulla sedia chiunque abbia a cuore le sorti della città, o un progetto da 50.000 euro mai approvato, mai realizzato, ma a cui va comunque pagata la parcella. Una gestione senza logica, senza criteri e che nel tempo ha prodotto buchi e disequilibri che oggi dovrà pagare il cittadino nicosiano.
Per dovere di cronaca dobbiamo dire che questa amministrazione insediatasi da 4 mesi non ha prodotto ad oggi alcun debito fuori bilancio, ma sugli scranni dell’amministrazione e del consiglio vi sono persone che hanno governato ed amministrato e dovrebbero spiegare meglio ai cittadini nicosiani come sono nati e come sono cresciuti nel tempo questi debiti, prebende clientelari date a destra e a manca, consulenze ed incarichi pagati a caro prezzo da tutta la collettività. Ma soprattutto perché fare promesse elettorali quando alcuni conoscevano bene questa situazione ?
Per riequilibrare questa conti gestiti al limite dell’assurdo si gioca sulla leva fiscale, la cosa più semplice è aumentare la tassazione sulla casa colpendo tutti, introducendo la TASI ed aumentando l’IMU, per il recupero dell’evasione, secondo quanto riferito in aula dall’amministrazione comunale, passerebbe troppo tempo fino a tre anni, periodo troppo lungo che non risolverebbe il problema nell’immediatezza, per far cassa occorrono interventi immediati ed entrate certe ed esigibili.
Questa amministrazione se veramente vorrà distinguersi dalle altre precedenti dovrà necessariamente stoppare definitivamente questa pratica che poi colpisce inesorabilmente le tasche dei cittadini. Da oggi vigileremo e non sarà più tollerabile l’assunzione di nuovi debiti che oltrepassano i limiti di spesa imposti dai bilanci.
Aggiungiamo a questo salasso la TARI che quest’anno avrà un ulteriore incremento di circa 200.000 euro ed il carico fiscale comunale che si aggiunge a quello regionale e statale è completo. |