Come era prevedibile la sospensione momentanea del punto nascita sta creando non pochi disagi alle donne partorienti.
Dopo il caso della donna di Cerami ricoverata ad Enna ed arrivata prima a Nicosia con le acque rotte, qualche giorno fa si è presentato il caso di una giovane mamma in attesa, arrivata quasi alla settimana del parto per effettuare il classico esame della cardiotocografia (tracciato per la valutazione del benessere fetale), la donna è sempre stata seguita presso il reparto di Nicosia, ma nel suo caso avendo superato le 37 settimane e cinque giorni, è stata costretta ad effettuare l’esame presso l’ospedale Umberto I di Enna.
A nulla sono valse le rimostranze della giovane coppia che non potendo effettuare l’esame a Nicosia, ha dovuto affrontare il viaggio, 50 km di curve e strade dissestate, per arrivare fino all’ospedale Umberto I di Enna, per non parlare dello stesso tragitto per il ritorno.
Quello che si chiedono questi genitori è molto semplice, ma ad Enna non si doveva andare solo per partorire ? |