Sulla decisione del Governo di sopprimere la Prefettura di Enna interviene il Presidente provinciale Confcommercio Enna Maurizio Prestifilippo: «La politica sembra aver perso il lume della ragione. Il territorio interno siciliano, che coincide con la provincia di Enna, ha sempre vissuto uno stato di disagio a causa della sua conformazione morfologica e di un’endemica crisi economica. Invece di cercare soluzioni di sviluppo, lo Stato decide di smantellare la sua organizzazione e abbandonare al loro destino i cittadini, le imprese e l’intero tessuto economico e sociale della provincia».
«La decisione dello Stato arriva immediatamente dopo la trasformazione delle province siciliane in altrettanti liberi consorzi e contrasta violentemente con la volontà della Regione di lasciare inalterato lo status de quo – dichiara Maurizio Prestifilippo - Togliere al territorio dell’Ennese la Prefettura, i comandi provinciali di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e altre strategiche istituzioni, significherà perpetrare un abuso nei confronti dei cittadini, decretando di fatto lo smantellamento e la desertificazione dell’entroterra siciliano».
«Confcommercio è pronta a lottare al fianco dei cittadini, delle altre organizzazioni sindacali e degli ordini professionali per impedire che venga inferto il colpo mortale che sancirebbe di fatto il tramonto definitivo della realtà ennese – continua il Presidente di Confcommercio Enna Maurizio Prestifilippo – Colpisce la vanità dell’azione dell’on. Maria Greco, deputato nazionale appartenente allo stesso partito del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che nulla sta facendo per impedire lo svuotamento del nostro territorio. Quale intervento è stato fatto dal deputato ennese per fermare l’incosciente azione del Governo che colpisce alla cieca una realtà come la nostra, dimostrando di non avere consapevolezza della realtà del nostro territorio?».
«È il silenzio colpevole dei nostri rappresentanti politici che ci preoccupa maggiormente – conclude Prestifilippo - c’è da chiedersi quali siano i reali motivi di questa rassegnazione. Perché una classe politica seria e competente dovrebbe esercitare le opportune pressioni per far comprendere quanta scellerata sia la scelta di smantellare un territorio che avrebbe invece la necessità di maggiore attenzione e tutele da parte dello Stato». |