Il 23 luglio di quest’anno si è aperto il processo per accertare cause e colpe della morte avvenuta ad inizio agosto 2013 di Antonina Seminara, la donna di Gangi incinta deceduta a causa di complicazioni insorte durante il ricovero presso l’ospedale Basilotta di Nicosia.
Sono state rinviate a giudizio due ginecologhe dell’ospedale di Nicosia, sono state stralciate ed archiviate le posizioni di un anestesista e di due ostetriche, presenti al tragico intervento del 4 agosto 2013, coinvolte nelle indagini e difesi dall’avv. Salvatore Timpanaro.
La prima udienza dedicata ad aspetti tecnico-giuridici è stata dedicata alla costituzione delle parti avanti il GUP Dott. Commandatore ed Pubblico Ministero il Dott. Lo Cascio.
Hanno chiesto la costituzione di parte civile il marito della vittima, Mariano Caldareri rappresentato dall’Avv. Mario Consentino, i parenti della vittima Santo Seminara, Giuseppina Di Nolfo e Pietro Seminara, tre associazioni Codici Onlus-Centro per i diritti del cittadino di Roma, Codici Sicilia di Palermo e Codici Salute di Roma, rappresentati dagli avvocati Emanuele Campione del foro di Catania e Ivano Giacomelli del foro di Roma.
A queste costituzioni di parte civile si è opposto con un fuoco di fila di eccezioni l’avv. Salvatore Timpanaro, difensore di una delle ginecologhe, per motivi procedurali con vari cavilli ed eccezioni anche formali, ma soprattutto contro la costituzione di parte civile delle tre associazioni sostenendo che difetterebbe il requisito richiesto dalla legge per la costituzione degli enti e delle associazioni che rappresentano interessi diffusi e cioè mancherebbe in concreto lo svolgimento di attività da parte delle associazioni a tutela della salute e, quindi, non avrebbero legittimazione a costituirsi.
La prima udienza è stata lunga ed articolata, con sospensione per consentire l’esame della copiosa documentazione prodotta dalle associazioni Codici, il giudice attesa la complessità delle questioni sollevate e la mole dei documenti da esaminare, ha aggiornato l’udienza all’11 settembre, data nella quale doveva sciogliere la riserva sulle eccezioni sollevate dall’Avv. Timpanaro.
E proprio nell’udienza dell’11 settembre il giudice Commandatore, accogliendo un’eccezione procedurale sollevata dall’Avv. Salvatore Timpanaro, difensore di una delle ginecologhe, ha dichiarato inammissibile ed ha respinto la costituzione di parte civile dei parenti della vittima: i genitori Santo Seminarae Giuseppina Di Nolfo e del fratello Pietro Seminara.
L’avvocato Timpanaro ha eccepito che l’atto di costituzione di parte civile dei parenti non recava l’indicazione del grado di parentela e nemmeno l’indicazione generica che si trattasse di prossimi congiunti. Ammessa invece la costituzione di parte civile del marito Massimo Caldareri, difeso dall’avv. Mario Consentino. Il giudice ha accolto anche l’ulteriore eccezione del difensore, avvocato Timpanaro, respingendo la costituzione di parte civile di due delle tre associazioni che si erano presentate in udienza, ovvero“Codici Sicilia” e “Codici-Centro per i diritti del cittadino”, per la genericità degli scopi statutari, mentre è stata accettata la costituzione della terza associazione “Codici Salute” per la maggiore specificità nello statuto della medesima associazione.
L’avv. Mario Consentino, difensore di parte civile del marito della vittima, ha chiesto la citazione in giudizio dell’ASP di Enna quale responsabile civile, su questa richiesta il giudice dovrà ancora pronunziarsi.
Ad oltre due anni dai fatti tragici che portarono alla morte di Antonina Seminara, stenta a decollare il processo, impantanato nel fuoco di fila delle eccezioni procedurali, chissà quanto tempo dovrà passare affinchè si arrivi al dibattimento ed alla sentenza che possa accertare le reali responsabilità della morte della donna. |