Mi auguro, che in tempi brevi quanto previsto dalla recente normativa regionale, approvata dall’ Ars sull’ acqua come “bene pubblico” possa essere realizzato, la nuova legge crea maggiore equità e cercherà di garantire un servizio pubblico migliore”.
E’ quanto dichiarato dal deputato nazionale del Partito Democratico On. Maria Greco.
La riforma prevede nove Ambiti territoriali ottimali (Ato) che potranno assegnare la gestione del servizio a una società pubblica, mista o anche ai privati in caso di offerta vantaggiosa.
La riforma dell’acqua contiene alcune norme di «solidarietà» come la garanzia di un quantitativo «minimo vitale» di 50 litri al giorno per i cittadini morosi e un fondo di sostegno per il pagamento delle bollette delle famiglie meno abbienti. L’acqua che non può essere utilizzata per fini alimentari avrà una tariffa scontata del 50%.
L’ On. Maria Greco che è anche sindaco del comune di Agira, dopo essersi insediata tra i primi atti della nuova amministrazione ha emesso un’ ordinanza che vieta ad “AcquaEnna” gestore privato del servizio idrico in provincia di Enna il distacco dei contatori per i cittadini morosi.
“Come promesso in campagna elettorale – ha dichiarato l’ On Maria Greco durante un comizio con a fianco l’On. Giovanni Panepinto sindaco di Bivona e deputato regionale del Pd tra i più convinti sostenitori dell’ acqua come bene pubblico - occorre promuovere successivamente le azioni concrete con i relativi atti amministrativi, personalmente credo che la gestione delle risorse idriche deve essere affidata alla responsabilità dei comuni, la nuova normativa prevede in parte questa possibilità, occorre adesso fare innanzitutto una ricognizione dei contratti e successivamente promuovere una seria riflessione tra i sindaci per scegliere il migliore percorso di natura gestionale per le nostre comunità”
La nuova normativa regionale tende a incentivare l’affidamento al gestore pubblico: innanzitutto è la stessa assemblea dell’Ato a scegliere il proprio modello gestionale, che comunque va individuato attraverso procedure di evidenza pubblica. In secondo luogo il ricorso a privati è possibile solo nel caso si dimostri più conveniente rispetto a quello pubblico. Scompaiono poi, rispetto al passato, le convenzioni pluridecennali: ogni affidamento potrà durare un periodo non superiore a nove anni. In caso di interruzione del servizio per più di quattro giorni ad almeno il 2% del bacino, il gestore privato andrà incontro a una maxi-sanzione compresa fra i 100 e i 300 mila euro per ogni giorno di interruzione, e alla possibilità di risoluzione del contratto. |