Puntualmente ogni anno si affronta la possibilità della chiusura del punto nascita dell’ospedale Basilotta di Nicosia.
Una prima riforma regionale del 2011 aveva previsto la chiusura di tutti punti nascita al di sotto dei 500 parti l’anno, prevedendo però delle deroghe, come ad esempio l’isolamento e la situazione disastrata delle strade, con il regime di sospensione il punto nascita è rimasto aperto fino ad oggi, ma i tagli alla sanità rimettono in gioco questo reparto diventato a serio rischio chiusura.
A riferirlo è il sindaco di Nicosia Luigi Bonelli, che nel consiglio comunale del 5 agosto, ha portato a conoscenza dei consiglieri comunali di questa paventata chiusura, l’ennesimo scippo perpetrato ai danni di Nicosia, dopo il tribunale, il carcere, l’agenzia delle entrate ed il depotenziamento e la cancellazione di altri uffici e servizi.
Il primo cittadino si è subito messo in moto ed ha chiesto un colloquio con l’assessore regionale alla sanità Baldo Gucciardi, ma il neo amministratore della giunta Crocetta è risultato irreperibile, il sindaco di conseguenza si è rivolto al direttore generale dell’ASP 4 di Enna Giovanna Fidelio, in un colloquio il dirigente ha assicurato che il regime di sospensione della chiusura potrà essere protratto considerando le tante criticità che presenta il territorio.
Una situazione che non fa dormire sonni tranquilli al sindaco Luigi Bonelli, in concomitanza con il consiglio comunale il primo cittadino ha convocato tutti i primari dei reparti ospedalieri del Basilotta ed insieme al vice sindaco Anna Maria Gemmellaro hanno redatto un documento con all’interno delle controdeduzioni per evitare la chiusura, ma soprattutto un vera opposizione a questo regime di sospensione diventata una vera e propria spada di Damocle sulla testa dei medici e degli utenti dell’ospedale.
In caso di chiusura i disagi non si ripercuoterebbero solo per gli abitanti di Nicosia, ma anche per quelli di Capizzi, Cerami, Sperlinga e Troina, costretti a sobbarcarsi ore di viaggio verso Enna, con strade di collegamento al limite della percorribilità.
Quando c’è da umiliare e far danni al territorio ci ritroviamo puntualmente in prima fila sempre lo stato italiano, accompagnato dalla regione siciliana ormai diventata succube di questi tagli lineari sulla testa dei cittadini.
Sergio Leonardi |