La notizia è rimbalzata nel pomeriggio di ieri quando Giuseppe Regalbuto presidente della commissione miniere dismesse dell’URPS (Unione Regionale Province Siciliane) ha reso noto, attraverso il sito Siciliainformazioni.com che la SOGIN, la società che si occupa dello smantellamento degli impianti nucleari italiani, avrebbe individuato un’ex miniera di salgemma nei pressi dei comuni di Agira, Leonforte e Nissoria dove si dovrebbero depositare circa 90 mila metri cubi di scorie nucleari italiane, derivate dallo smantellamento degli impianti nucleari e dalle operazioni di medicina nucleare, industriali e di ricerca.
Per Giuseppe Regalbuto, presidente della commissione Miniere dismesse dell’Urps. “Se la scelta di Agira sarà confermata come sembra sarà necessario promuovere un’azione forte in Sicilia. Non costruire ‘trazzere’, ma ergere barricate contro i governi che usano la Sicilia come una pattumiera e che non solo ci impediscono di produrre, ma vogliono inquinare il nostro suolo e la salute delle persone. Le miniere vanno usate per rilanciare l’economia siciliana, non per contenere rifiuti”.
Secondo uno studio, all’esame del presidente della commissione Miniere dismesse dell’Urps, in Italia sarebbero stati esaminati 45 giacimenti salini così suddivisi: 36 in Sicilia, 6 in Calabria ed uno in Basilicata, Lazio e Toscana. I siti siciliani sarebbero tutti concentrati tra le province di Enna, Caltanissetta e Agrigento.
In una prima fase di ricerca, per le caratteristiche morfologiche dei giacimenti, sarebbero risultati idonei ad ospitare le scorie 11 località siciliane: Regalbuto, Assoro-Agira, Villapriolo, Salinella, Pasquasia, Resuttano, Bompensiere, Milena, Porto Empedocle, Realmonte, Monteallegro. La miniera di Bosco non avrebbe superato il primo livello di esclusione per ridotta copertura superficiale, assieme ai bacini di Caltanissetta, Santa Caterina, Marianopoli, Belici-Mimiani e Mussomeli.
Dopo la seconda fase dello studio, relativa ai requisiti d’isolamento dei giacimenti, sarebbero rimasti soltanto tre siti idonei: Assoro-Agira, Salinella e Resuttano. L’ex miniera di Pasquasia, su cui per lungo tempo hanno pesato sospetti di scorie depositate al suo interno, sarebbe stata esclusa perché non sufficientemente “isolata”.
Mancano ancora poche settimane e la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) sarà resa pubblica, confermando o smentendo le indiscrezioni che Siciliainformazioni.com ha già anticipato qualche giorno fa.
Sulla vicenda è intervenuto il Movimento 5 Stelle di Agira che ha preso subito posizione cercando chiarimenti attraverso i parlamentari regionali, nazionali ed europei.
La questione ha investito anche l’on Maria Greco parlamentare nazionale di PD e sindaco di Agira, che attraverso una nota comunica l'incontro con i vertici istituzionali e politici del Ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico per verificare la fondatezza della notizia. Sull’argomento, che desta numerosa preoccupazione da parte dei cittadini, l’On. Maria Greco sin d’ora evidenzia pubblicamente e politicamente la propria personale contrarietà a localizzare in provincia di Enna il sito contenente i rifiuti radioattivi. Tale contrarietà in modo forte e decisa verrà manifestata nelle sedi politiche e istituzionali attivando gli atti ispettivi di competenza ed eventuali iniziative pubbliche di protesta. L’On. Maria Greco preannuncia altresì che si “batterà” chiedendo il sostegno di tutte le forze politiche, istituzionali associative presenti sul territorio, per promuovere in modo unitario tutte le iniziative occorrenti volte a garantire la difesa e la tutela della salute pubblica.
Sergio Leonardi |
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