Uno degli obiettivi principali del Festival Entroterre è indubbiamente quello di sottolineare l’importanza del buon cibo e del buon vino. Tutte le serate, infatti, sono state caratterizzate da degustazioni di prodotti tipici del territorio aventi come scopo quello di valorizzare la cultura enogastronomica e favorire la biodiversità e l’agricoltura equa e sostenibile. Sulla base di questi principi è, dunque, nata la collaborazione con Slow Food Enna e con il presidente fiduciario Luigi Annino che insieme al Master Chef Salvo Paolo Mangiapane ha messo a punto uno straordinario menù previsto nel giorno di chiusura del festival, domenica 5 luglio, e denominato “Le Isole del gusto”.
Un evento prestigioso che ha lo scopo “di dare il giusto valore al cibo, imparando a godere della diversità delle ricette e dei sapori, a riconoscere la varietà dei luoghi di produzione e degli artefici, a rispettare i ritmi delle stagioni e del convivio ma che favorisca l’incontro, il dialogo, la gioia di stare insieme. Dietro il cibo ci sono produttori, territori, emozioni e piacere”: come si legge nel comunicato stampa ufficiale.
Slow Food è una grande associazione internazionale no profit impegnata a ridare il giusto valore al cibo nel rispetto di chi produce, in armonia con l’ambiente e gli ecosistemi, grazie ai sapori di cui sono custodi territori e tradizioni locali.
Per sottolineare l’importanza del cibo, verrà proiettato , durante la serata, il film cortometraggio “Il Pianeta che ci ospita” di Ermanno Olmi in contemporanea con “Expo 2015, Nutrire il Pianeta”. “Lo scopo di questo evento universale è innanzi tutto l’impegno dei popoli ricchi nel garantire cibo, acqua e dignità a ogni essere umano, secondo un principio di giustizia che regola la convivenza fra le genti della Terra.
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Allo stesso modo, e al pari del cibo, i popoli che hanno conquistato attraverso il sacrificio dei loro martiri il privilegio della libertà siano esempio di democrazia e convivenza civile” (Ermanno Olmi).
La serata conclusiva avrà in serbo anche delle altre sorprese con i concerti di Eleonora Bordonaro e Alfio Antico. Si comincia con “Santa e Ricca, canti d’amore e tenerezza in una terra di poche parole” di Eleonora Bordonaro. L’interprete siciliana si occupa di musica popolare e jazz collaborando con alcune delle formazioni più interessanti del panorama italiano: Francesco De Gregori, Peppe Servillo, Francesco Di Giacomo, Lucilla Galeazzi e Moni Ovadia. Dalla solarità duttile ed intensa, canta in italiano, siciliano, portoghese, inglese, spagnolo e gallo-italico. Attualmente si interessa alla ricerca e riproposizione di canti siciliani di tradizione orale, dalla poesia popolare a quella dei cantastorie, dal repertorio contadino a quello sacro, con particolare attenzione ai temi che raccontano il mondo femminile.
La seconda parte della serata vedrà in scena Alfio Antico con la spettacolare performance “Il tamburo, il suono, il suo linguaggio”. Alfio ha oltre settanta tamburi, tutti fabbricati da sé e meravigliosamente intarsiati con immagini di divinità agresti, segni antichi che racchiudono una saggezza eterna. Nelle sue mani, il tamburo esprime sonorità impensabili che ci fanno comprendere le risorse infinite di questo pur semplice strumento. Ha collaborato con Eugenio ed Edoardo Bennato, Lucio Dalla, Fabrizio De Andrè, Roberto De Simone, Carmen Consoli, Renzo Arbore, Vinicio Capossela.
Francesca Tremoglie |