Alle prime luci dell’alba del 12 maggio, i Carabinieri del Comando Provinciale di Enna, unitamente ai colleghi del Comando Provinciale di Catania hanno eseguito un provvedimento di fermo emesso della Procura della Repubblica, Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, nei confronti di quattro persone.
Si tratta della 42enne catanese Giovanna Maria Salvo e del 49enne catanese Santo Strano, i due sono indagati per l’omicidio di Prospero Leonardi avvenuto il 23 maggio 2012 ed il tentato omicidio ai danni di Angelo Drago e per aver diretto ed organizzato, tra il 2010 ed il 2012, un’associazione mafiosa costituita ed operante a Catenanuova collegata al clan Cappello.
Nell’operazione sono stati arrestati anche il 52enne catanese Matteo Salvo ed il 42enne Nunzio Di Marco di Catenananuova., quest’ultimi due sono indagati, unitamente a Santo Strano, per la cosiddetta strage di Catenanuova del 15 luglio 2008 quando fu ucciso Salvatore Prestifilippo Cirimbolo e ferito il fratello Maurizio Prestifilippo Cirimbolo, insieme ad altre cinque persone, di cui una in modo grave e per aver fatto parte dell’ associazione mafiosa costituita ed operante a Catenanuova collegata al clan Cappello.
Il provvedimento costituisce un ulteriore sviluppo delle indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta ed affidate al Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Enna, che il 23 maggio 2011, avevano portato all’ operazioni Fiume Vecchio e all’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Giampiero Salvo e Filippo Passalacqua per la strage di Catenanuova (in relazione al quale è in corso il processo a Caltanissetta) e all’operazione Go Kart del febbraio 2014, tutte con al centro l’attività delle associazioni criminali che si sono contese il territorio di Catenanuova e dei centri limitrofi tra il 2007 ed il 2014.
Con operazione odierna, si completa il quadro delle responsabilità per la strage di Catenanuova.
Si è accertato che la spedizione che portò all’uccisione di Salvatore Prestifilippo Cirimbolo Salvatore era diretta a punire non solo l’ucciso, ma anche il fratello ed alcuni personaggi di un paese limitrofo, ai quali i Prestifilippo Cirimbolo si erano rivolti per avere aiuto contro i catanesi e che, il sabato precedente l’omicidio, avevano addirittura minacciato gli esponenti del clan Cappello, ai quali, fino a pochi mesi prima, Salvatore Prestifilippo Cirimbolo ed i suoi sodali dovevano rendere conto.
L’uccisione di Prospero Leonardi ed il ferimento di Angelo Drago sono emersi come la reazione al tentativo di costoro di riconquistare per conto di Cosa Nostra di Enna il paese di Catenanuova, controllato in quel periodo da Santo Strano e Giovanna Salvo.
Prospero Leonardi, prima di essere ucciso, aveva preso contatti con esponenti mafiosi di altri centri, aveva avvisato alcune persone sottoposte al “pizzo” della sua nuova leadership e aveva intimato agli esponenti del gruppo avverso di ritirarsi e di lasciare alla sua organizzazione il controllo del territorio, confidando in un appoggio delle famiglie di Cosa Nostra catanesi che invece non si concretizzò.
L’urgenza del provvedimento odierno è scaturita dall’esigenza di operare prima che si rendessero note le dichiarazioni di uno degli imputati per la strage di Catenanuova, per il quale era programmato l’esame davanti la Corte di Assise di Caltanissetta proprio per la giornata del 12 maggio.
Sono infatti emersi preoccupanti segnali di possibili rappresaglie dirette a colpire un figlio minore di questo indagato, affidato proprio a Giovanna Salvo, nel caso che il padre avesse collaborato con la giustizia.
Un ulteriore soggetto, colpito dal medesimo provvedimento restrittivo, non è stato ancora rintracciato ed è attualmente ricercato.
Sergio Leonardi |