Incredibile vicenda che per 5 anni ha coinvolto un nicosiano proprietario di un appartamento dato in comodato d’uso ad un cittadino tunisino. I fatti risalgono all’agosto del 2010, l’affittuario un cittadino extracomunitario di nazionalità tunisina decide di tornare momentaneamente nel suo paese d’origine per trovare la sua famiglia, avverte il padrone di casa, un nicosiano, che lascerà l’appartamento per circa 15 giorni.
In realtà la vacanza del tunisino si protrae per molto più tempo, sono passati tre mesi e dell’affittuario non si hanno tracce, il padrone di casa decide di procedere con alcuni lavori di ristrutturazione nella sua proprietà, cambiando tra l’altro la serratura, nel mese di agosto il tunisino torna dalla vacanza e trova la serratura cambiata e l’impossibilità di rientrare all’interno dell’appartamento, aggira l’ostacolo ed attraverso un balcone posto al primo piano dello stabile riesce ad introdursi all’interno dell’immobile, accorgendosi che nel frattempo il suo padrone di casa stava realizzando dei lavori di ristrutturazione. Il tunisino esce di casa e blocca la porta d’ingresso per non rimanere nuovamente chiuso fuori, nel frattempo arriva il padrone di casa che trovando tutto aperto chiama la polizia intimorito da un’eventuale ingresso illecito nella sua proprietà, più tardi arriva però l’ex inquilino insieme alla polizia, per la notte il tunisino rimane ancora ospite all’interno dell’appartamento.
Nei giorni seguenti scatta la denuncia del tunisino nei confronti del padrone di casa, poiché secondo l’art. 392 del codice penale, al fine di esercitare un preteso diritto, potendo ricorrere al giudice, il proprietario arbitrariamente si faceva ragione da se medesimo mediante il cambio della serratura della porta d’ingresso. Il reato è perseguibile d’uffici e nel 2011 il GIP del Tribunale di Nicosia emette un decreto di condanna del padrone di casa che prevede una sanzione pecuniaria di 400 euro.
Il proprietario non si dava per vinto e con l’assistenza del suo avvocato Filippo Giacobbe presentava ricorso contro il decreto di condanna, dopo circa 5 anni dai fatti accaduti, il nicosiano viene assolto in primo grado con formula piena poiché il fatto non sussiste, ponendo fine a questa vicenda singolare.
Sergio Leonardi |