Sono stati assolti con formula piena, poiché il fatto non sussiste, i due giornalisti Giulia Martorana del quotidiano “La Sicilia” difesa dall'avv. Gianfranco D'Alessandro e Josè Trovato del “Giornale di Sicilia” difeso dall'avv. Salvatore Timpanaro.

I due corrispondenti scrissero per le loro testate giornalistiche un articolo su una vicenda risalente al 2008 riguardante un omicidio, Giulia Martorana e Josè Trovato, secondo il Pubblico Ministero, avrebbero rivelato atti giuridici coperti da segreto istruttorio, a questo reato si era aggiunto anche quello di favoreggiamento personale.

Giulia Martorana e Josè Trovato si erano rifiutati di rivelare l'identità della fonte delle loro informazioni, ma secondo l’arcaica legislazione che attualmente regola l’informazione, si può avvalere del segreto professionale solo chi è iscritto all’albo dei giornalisti professionisti, allora i due giornalisti appartenevano all’albo dei pubblicisti i cui iscritti non sono tutelati dalla norma sulla riservatezza delle fonti.

La vicenda ebbe un’enorme scalpore tanto che in alcune udienze presenziarono i vertici dell’Ordine dei Giornalisti e di Assostampa.

La sentenza apre nuovamente la discussione sull’iniqua norma per la quale i i difensori dei giornalisti sollevarono, durante lo svolgimento del processo, la questione di legittimità costituzionale.

La speranza e che il legislatore al più presto apporti la necessaria modifica all’art. 200 del codice di procedura penale, adeguandosi alla normativa europea ed equiparando i giornalisti pubblicisti ai professionisti.

Sergio Leonardi

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