Con una missiva inviata congiuntamente al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente della Regione Siciliana, al Prefetto di Enna, al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, al Ministero dello Sviluppo Economico, al Dipartimento Nazionale e Regionale della Protezione Civile e ai Commissari della Provincia e del Libero Consorzio di Enna, la giunta Venezia ha richiesto lo stato di calamità naturale del territorio comunale a seguito delle copiose nevicate dei mesi di dicembre 2014, gennaio e febbraio 2015 e delle piogge alluvionali delle ultime settimane.
“Constatando gli ingenti danni causati dal maltempo – ha spiegato il sindaco Fabio Venezia - sia alla viabilità comunale che agli immobili dei privati, abbiamo ritenuto opportuno richiedere lo stato di calamità, in quanto le sempre più modeste risorse assegnate agli enti locali non consentono di poter dare risposte immediate e risolutive ai cittadini".
Le avverse condizioni climatiche degli ultimi mesi hanno infatti provocato ingenti danni e disagi alla popolazione, alle attività agricole e agli allevamenti, con conseguenti ripercussioni per l’intera economia e le attività produttive locali.
Il Comune – per fronteggiare l’emergenza e dare risposta in termini di viabilità interna e esterna all’abitato, nonché di urgenze e servizi essenziali ai cittadini – ha dovuto spesso provvedere alla chiusure di tutte le scuole di ogni ordine e grado e incaricare ditte private dotate di automezzi per lo sgombero della neve, lo spargimento di sale, lo spalamento dei fanghi e il ripristino delle sede stradali, oltre che impegnare personale comunale e organizzazioni di volontariato locale in un continuo lavoro straordinario.
Un’attività che complessivamente è costata all’Ente circa 800 mila euro e che ha fatto registrare danni anche ai cittadini, alle colture agricole e alle attività produttive e zootecniche del territorio comunale.
Numerose segnalazioni sono infatti pervenute da cittadini privati e dalle imprese che hanno subito danni a immobili e colture e, soprattutto, gravi perdite sono state registrate dalle imprese agricole locali che – complice la sfortunata congiuntura economico-finanziaria generale – rischiano il tracollo definitivo del comparto produttivo di base. |