12/02/2015 - Nicosia, smantellata banda dedita ai furti di rame
All’alba del 12 febbraio i Carabinieri del Comando Provinciale di Enna e Caltanissetta, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Enna, hanno arrestato quattro cittadini rumeni residenti a Caltanissetta si tratta del 28enne Valentin Alin Mateiuc, del 26enne Constantin Nitii del 35enne Cezar-Vasile Botezatu e del 26enne Gabriel Vicol Mihai, tutti ritenuti responsabili dei reati di associazione per delinquere finalizzata al furto aggravato e ricettazione.
L’indagine, convenzionalmente denominata “CUPRO PREDONES” nasce nel mese di dicembre del 2013, a seguito dell’arresto del 46enne cittadino rumeno Alexandru Buciu, quest’ultimo veniva sorpreso, la notte tra il 7 e l’8 dicembre, a bordo di una autovettura in sosta in una strada di Sperlinga con all’interno una serie di attrezzi per tranciare cavi elettrici di rame. Le successive indagini permettevano di accertare che poco prima in località Mancipa del Comune di Nicosia e Contrada Cicera del Comune di Sperlinga, il Buciu unitamente ad altri connazionali, poi identificati negli odierni arrestati, avevano asportato dalla rete elettrica Enel, 40 campate di filo elettrico in rame. Le attività investigative, svolte attraverso attività tecniche, pedinamenti e l’audizione di testimoni ha consentito anche di far luce su altri due episodi di furto in abitazioni private verificatisi nella stessa nottata in Contrada Cannella del Comune di Nicosia, commessi dagli stessi arrestati.
L’articolata attività investigativa, avviata e condotta in campo dai militari dell’Arma delle Stazioni di Sperlinga e Villadoro, ha permesso di rilevare l’esistenza di una organizzazione criminale composta da 13 persone tra rumeni ed italiani (alcune posizioni sono ancora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria), dedita ai furti di rame.
Il capo e il promotore di questa organizzazione è il 28enne Valentin Alin Mateiuc, personaggio che decide il luogo e la data in cui deve avvenire il furto, che fornisce le direttive agli altri indagati su come comportarsi, è lui che provvede a remunerare gli altri complici, è lui che tiene i rapporti con i ricettatori della provincia di Messina per vendere il rame rubato a 4 euro al kg. Ciascuno dei componenti della banda, divisi addirittura in squadre, come nell’episodio del 7-8 dicembre 2013, ha infatti un proprio ruolo determinato e collabora insieme agli altri nell’attività criminale. Il Buciu ed il Vicol hanno svolto il ruolo di autisti e di vedette avendo il compito anche di avvertire il capo banda in caso di arrivo delle forze dell’ordine; il Nitii e il Botezatu sono quelli che si occupano di tagliare il rame, mentre gli altri collaborano nel caricare e trasportare il rame rubato.
Gli accorgimenti adottati per evitare di essere sorpresi dalle forze dell’ordine, denotano che il furto del 7-8 dicembre non era un episodio isolato, ciascuno dei componenti della banda portava degli indumenti di ricambio, da indossare al termine dell’attività criminosa al posto di quelli sporchi, ad eccezione degli autisti, che rimanendo in macchina, non ne avevano bisogno. Tutti i componenti utilizzavano diversi telefoni, con schede intestate a diverse persone. Anche il notevole parco autovetture, sequestrate durante questa operazione, tutte di considerevole valore economico, possono trovare l’unica spiegazione plausibile con i proventi di un’attività criminale organizzata e continua, si tratta di dodici mezzi: BMW X5, Chrysler Grand Voyager, Fiat Bravo, Lancia Thesis, Audi A6, BMW Serie 5, Audi A4, Honda CB 600f Hornet, Opel Tigra, Autocarro Fiat 35 e Autocarro Mercedes Sprinter.
L’operazione ha permesso la disarticolazione di una tra le bande più organizzate della Sicilia dedite ai furti di rame, un fenomeno criminale dilagante e di elevato allarme sociale di recente evidenziato, ad Agrigento, dall’attuale ministro degli Interni Angelino Alfano. Le indagini dei Carabinieri, su direttive della Procura della Repubblica, tuttora proseguono al fine di accertare eventuali altre corresponsabilità.
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