Il noto ballerino Raffaele Paganini ha tenuto giovedì 22 gennaio a Leonforte uno stage di danza, per gli allievi del Damt, l'accademia per perfomer, danza, arte, musica, teatro.
Lo stage, organizzato con il contributo dei family Bankers di Banca Mediolanum, Dorina e Salvatore, che ancora una volta hanno contribuito in maniera generosa, ha dato la possibilità agli allievi di apprendere le nozioni base di danza classica.
Per oltre tre ore il ballerino ha letteralmente incantato i ragazzi che con grande interesse hanno seguito tutte le indicazioni del maestro.
“La danza, afferma Paganini, è per antonomasia la disciplina con più rigore, con più regole, sofferenza, sopportazione del dolore e, principalmente, con più disciplina, e i docenti del Damt sono stati lungimiranti a inserire nella loro accademia la danza classica, senza la quale non si va da nessuna parte. Potrei sembrare di parte, ma lo dico spassionatamente e con serietà: la danza è l’arte delle arti, che può insegnare a tutte le altre arti. È l’unica che può farlo. E quindi auspico che tutti lo capiscano e mettano all’interno delle loro scuole insegnanti di danza classica che tengano, almeno due volte a settimana, lezioni. Si raggiungerà così una disciplina migliore, una conoscenza del proprio corpo e di conseguenza della propria mente”.
“I ragazzi dell’accademia, continua Paganini, sono stati tenaci e forti, hanno seguito dall’inizio alla fine dandomi grande soddisfazione, perché vogliono veramente apprendere e hanno capito che la danza è importante per tante discipline, specialmente per quelle che studiano loro”.
“Le scuole per performer funzionano alla grande, io stesso pur non avendone frequentata una, sono un esempio palese: io sono un ballerino di repertorio, che ha fatto 10 anni di musical, ho cantato, ho ballato e ho recitato, ma tutto grazie alla preparazione che mi ha dato la danza classica”.
Alla domanda sull'efficacia delle trasmissioni come “Amici” ha risposto che di positivo c’è che da quando esistono questi talent, sono aumentati gli iscritti alle scuole di danza e le scuole stesse.
Il “fattore negativo” è che i ragazzi che sono mandati via a metà del percorso, il più delle volte vanno in crisi, perché per diversi mesi sono famosissimi e poi vengono subito dimenticati, ciò accade anche agli stessi vincitori, appena inizia la nuova edizione e arrivano i nuovi partecipanti.
“Questi ragazzi dovrebbero capire che la cosa importante non è diventare famosi, ma diventare bravi”…
“Io non ho mai fatto un talent, conclude, se da ragazzo mi avessero chiesto di partecipare a un talent, avrei rifiutato perché a 19 anni ero già primo ballerino Étoile e ballavo già a Londra, Parigi, New york. È una mia idea personale, infatti dalla metà degli anni 80 alla metà degli anni 90, ho iniziato da professionista a lavorare in televisione, portando insieme a Oriella Dorella. Eravamo all’interno di un programma del sabato sera, ci esibivamo in due balletti, con un corpo di ballo formato da più di 25 elementi. Si trattava di una una cosa molto importante, perché gli autori e i registi erano persone di cultura, sapevano perfettamente chi fossimo e ci trattavano adeguatamente. Si pensava fosse un flop, invece è stato un successo e ha fatto avvicinare alla danza classica ballerine come la Parisi e la Cuccarini”.
Salutando i docenti li ha ringraziati manifestando il desiderio di voler tornare a lavorare con i ragazzi del Damt.
Cristina Barbera |