Bartolomeo Gagliano si è impiccato alle grate della finestra dell’infermeria del carcere dove, secondo quanto riferito dal sindacato di polizia penitenziaria Sappe “era stato ricoverato ieri sera dopo che si era tagliuzzato il corpo. Purtroppo - scrive il Sappe in una nota -, nonostante il prezioso e costante lavoro svolto dalla Polizia penitenziaria, pur con le criticità che lo caratterizzano, non si è riuscito a evitare in tempo il gesto del detenuto”
Bartolomeo Gagliano era nato nel 1958 a Nicosia e trasferitosi in Liguria con la famiglia qualche anno dopo, commise il primo omicidio nel 1981 quando a Savona spaccò la testa di una prostituta con una pietra. Allora venne assolto in quanto ritenuto infermo di mente e condannato a 10 anni da scontare in un ospedale psichiatrico.
Durante le licenze premio, Gagliano evase più volte e proprio durante quelle evasioni uccise un transessuale e un travestito e tentò di ammazzare una prostituta. Anche in quel caso venne assolto per vizio totale di mente e trasferito in un ospedale psichiatrico giudiziario.
Nel 2006 venne condannato per rapina, aggressioni, detenzione di armi e venne recluso nel carcere di Marassi da dove poi evase nel dicembre 2013 durante un permesso premio.
In quell’occasione, sequestrò sotto la minaccia di una pistola un panettiere al quale portò via la macchina e con questa fuggì oltre frontiera. Gagliano venne arrestato qualche giorno dopo a Mentone, nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, per questa evasione la scorsa settimana era stato condannato a 6 anni e 10 mesi di reclusione dal GUP di Genova.
Sergio Leonardi |