La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il “referendum bis” sulla revisione della geografia giudiziaria promosso da cinque consigli regionali, Abruzzo, Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia.
Dopo il passaggio positivo presso la Corte di Cassazione, visto il precedente, questo era il momento più temuto dai comitati referendari, la Corte Costituzionale ha dichiarato non ammissibile e quindi il popolo italiano non si pronuncerà sulla legge di revisione della geografia giudiziaria che in Italia ha cancellato circa mille uffici giudiziari tra cui il Tribunale di Nicosia.
Nel novembre del 2013 in città si era costituito il comitato referendario presieduto dal prof. Alberto Murè a sostegno del referendum, che se celebrato ed accolto dalla maggioranza della popolazione, avrebbe riportato il presidio di giustizia a Nicosia.
Praticamente un anno fa, gennaio 2014, la stessa Corte Costituzionale aveva dichiarato inammissibile un primo referendum, ma il comitato promotore, presieduto dall’avv. Fabiana Contestabile, non si era dato per vinto, ed immediatamente si era rimesso al lavoro per riformulare i tre quesiti rimuovendo quegli elementi per cui la Consulta aveva respinto la prima richiesta di referendum.
Rammaricato l’avv. Salvatore Timpanaro da sempre in prima fila nella lotta contro la legge che ha soppresso il Tribunale di Nicosia e tra i promotori del referendum, il professionista nicosiano aveva inviato una sua memoria all’avv. Petrella che ha difeso alla Consulta le ragioni dei referendari.
Sergio Leonardi |