Erano anni che non si vedeva in città una nevicata di queste proporzioni, lo spettacolo delle valli innevate e delle strade del centro cittadino è stato accolto in maniera giocosa, filmati e foto hanno invaso il web ed i social network. Finita la festa sono uscite fuori le emergenze ed i problemi.
La prima emergenza che è stata affrontata ha riguardato l’ospedale Basilotta la cui strada d’accesso è stata liberata nella tarda mattinata del 31 dicembre, In città i mezzi spargi sale della protezione civile sono entrati in funzione da Capodanno e fino alle prime luci dell’alba del 3 gennaio. Sono state chiuse per lavori di spazzamento della neve la via Pisciarotta, via Miracoli, la bretella, è stato sparso il sale nelle zone dove si erano formate lastre di ghiaccio in piazza Sa Francesco, in via San Giovanni ed in via Vittorio Emanuele.
Questi interventi hanno fatto tornare praticamente alla normalità il centro urbano di Nicosia.
Oltre la protezione civile l’intervento è stato coadiuvato dai volontari dell’ANPAS e dai Rangers International.
La situazione più critica si è presentata nelle campagne, fuori dal centro urbano dove risiedono una buona parte dei nicosiani e dove sono presenti anche aziende agricole, la situazione in queste zone è stata ed è ancora critica, famiglie sono rimaste praticamente bloccate e si è dovuto attendere l’arrivo dei mezzi della forestale e dei vigili del fuoco.
In c.da Paolo Bosco ci è stato segnalato il disagio di qualche famiglia impossibilitata ad uscire di casa ed aiutati dai mezzi dei vigili del fuoco disponibili anche ad interventi con un elicottero, in queste zone ed in altre limitrofe la popolazione lamenta la carenza e gli interventi di mezzi della protezione civile i cui mezzi ed uomini sono stati impegnati, come già detto, nel centro urbano di Nicosia.
Un altro problema che si sta rilevando in queste ultime ore riguarda le forniture idriche, alcuni guasti nelle condotte, ma anche la riduzione dell’erogazione hanno lasciato alcune famiglie senz’acqua ed in alcuni casi senza i riscaldamenti.
Sergio Leonardi |