È stato eletto presidente del consiglio di amministrazione del "Gruppo Metronotte Nuova Città di Roma", azienda leader nella sicurezza della Capitale, con oltre mille dipendenti. Si tratta del magistrato ennese Salvatore Cantaro, procuratore generale aggiunto onorario della Corte di Cassazione.
Il magistrato, da tempo ai vertici della magistratura romana, noto per il suo decennale impegno nella lotta alla criminalità organizzata, per tre anni dirigerà la società che, da oltre cinquanta anni, sul tutto il territorio nazionale, si occupa di servizi di vigilanza armata, sicurezza internazionale, bonifica ambientale, progettazione impiantistica e informatica, radiolocalizzazione satellitare, trasporto valori, sistemi avanzati di sicurezza antintrusione, antincendio, sicurezza in metropolitana.
La società annovera tra i suoi clienti, la Rai, aziende multinazionali, stazioni metropolitane, enti pubblici, ministeri, istituti di credito nonché istituzioni diplomatiche di organismi internazionali e Paesi esteri, ivi compresa l'ambasciata in Italia degli Stati Uniti D'America.
In un momento in cui la vita nella Capitale è sconvolta da storie di cronaca che hanno scosso dal profondo le più importanti istituzioni, dal Campidoglio in giù, garantire la sicurezza delle sedi politiche e diplomatiche ha richiesto l'esperienza di un uomo dall'altissimo senso dello Stato, come Cantaro, che ha sempre combattuto il malaffare e, più in generale, il crimine organizzato.
"Ho accettato la prestigiosa elezione a presidente del consiglio di amministrazione del gruppo "Metronotte Città di Roma, ha detto il magistrato, che a livello nazionale nel settore primeggia, con l'intento di salvaguardare, in un momento di criticità per l'azienda, un migliaio di posti di lavoro in una realtà sociale come quella italiana, in cui, purtroppo, la disoccupazione è diventata la prima emergenza nazionale".
Si tratta, per il magistrato originario di Enna, di un incarico di alta responsabilità. La sua azienda sarà impegnata fortemente, tra l'altro, in un contesto, quello relativo alla sicurezza delle ambasciate presenti nella città di Roma, sicuramente difficile, per i rischi collegati ai nuovi, pericolosi, focolai del terrorismo internazionale.
Cristina Barbera |