INIZIAMO CON UNA DESCRIZIONE GENERALE DELL’AGAPE ATTRAVERSO LE PAROLE DELLA VICEPRESIDENTE.
“La nostra associazione è nata nell’ottobre del 2010 e poco meno di un anno dopo, esattamente nell’agosto del 2011, contava già undici interventi su casi di violenza. Questo triste risultato ci ha dato la possibilità di capire che stavamo percorrendo la strada giusta fornendo un concreto supporto alla comunità. La sede dell’associazione si trova in zona “San Francesco” a Leonforte, in un territorio per un certo verso parrocchiale e questa decisione nasce dal desiderio di mantenere una sorta di basso profilo per dare la possibilità a chi decide di rivolgersi a noi di trovarsi in un contesto inserito in altre realtà. L’associazione è costituita da vari professionisti dei settori più disparati facenti parte del ciclo vitale della famiglia. Le nostre prestazioni sono del tutto gratuite: proponiamo uno sportello fisso il mercoledì pomeriggio con la presenza di psicologi e assistenti sociali e la metodologia di organizzazione e gestione degli appuntamenti è quella del classico consultorio per cui non occorre nessun genere di prenotazione. Negli anni passati abbiamo anche collaborato col Comune di Leonforte e con la regione Sicilia proponendo diversi progetti. Il termine AGAPE è un acronimo costituito dalle iniziali dei termini che rappresentano il cuore delle nostre attività: la A iniziale sta per ascolto inteso nell’accezione più globale e totalizzante; la G per guida e in tal senso il riferimento è a quei professionisti quali ad esempio avvocati o geometri che offrono gratuitamente le proprie consulenze; la seconda A sta per accoglienza rivolta non soltanto ai cittadini italiani; la P per prevenzione e in questo caso il riferimento è all’ambiente scolastico: il luogo fertile per eccellenza sul quale intervenire per prevenire e infine la E sta per educazione in rifermento ad una specifica metodologia utilizzata ed all’approccio personalizzato. I nostri capisaldi sono: intervento, prevenzione e intervento per contrasto come nel caso dell’evento contro il femminicidio”.
QUAL E’ STATA LA SUA PRIMA REAZIONE IN SEGUITO ALLA PRESENTAZIONE DI QUESTO EVENTO?
“Molto positiva. Mi ha particolarmente colpita l’attuazione del passaggio dalla teoria all’azione: quasi un monito “se vuoi partecipare, vieni e fai”. A mio parere, nella nostra cultura, si è assistito al passaggio dal paradigma della colpa, a quello delle attività svolte in rete collaborando con tutte le altre associazioni territoriali. Indubbiamente, questa è stata da sempre la filosofia della nostra associazione”.
LEI HA ACCOMPAGNATO LA DOTTORESSA PIRRONITTO IN MOLTI INCONTRI NELLE SCUOLE. QUALE E’ STATA LA SUA IMPRESSIONE IN MERITO AL COINVOLGIMENTO DELLE STUDENTESSE E DEGLI STUDENTI?
“Ho notato un particolare interesse da parte di entrambi e il dato da sottolineare, a mio parere, è il coinvolgimento dei ragazzi. Spesso, in quanto appartenenti al genere maschile, vengono indicati e catalogati come responsabili diventando, quindi, le vittime indirette degli eventi contro il femminicidio. Credo sia importante non generalizzare e ribadire l’esemplarità di casi come questo in cui anche i ragazzi dimostrano una spiccata sensibilità al tema”.
CHE VALORE CREDE POSSA AVERE UN TALE EVENTO IN TERMINI EDUCATIVI?
“Un valore enorme come esempio di cosa si può fare e dei risultati che si possono raggiungere unendo le forze. Da psicologa, mi piace pensare a questo evento come alla personificazione e concreta realizzazione del paradigma del fare e del fare in rete”.
Francesca Tremoglie |