INIZIAMO CON UNA DESCRIZIONE GENERALE DE “IL GIARDINO DEI GELSI” ATTRAVERSO LE PAROLE DELLA PRESIDENTE.
“ Il giardino dei gelsi nasce nel 1996 come associazione di famiglie di disabili psichici. Con il passare del tempo si è verificata una notevole crescita e, dal 2004 ad oggi, siamo riusciti a creare un centro di aggregazione, al contempo sociale, che si rivolge direttamente alle famiglie, ai bambini e ai pre-adolescenti( praticamente dai 6 ai 18 anni di età). Considero la mia associazione come il risultato della cooperazione sinergica di diverse volontà: il comune di Leonforte che ci ha concesso in comodato d’uso gratuito i locali siti in via Cesare Mondalto; l’opera instancabile e fondamentale dei numerosi volontari che negli anni si sono spesi per questa associazione sposandone appieno la causa e dell’Ufficio Nazionale di Servizio Civile che ci ha dato la possibilità di usufruire, tramite l’Arci Servizio Civile dei giovani volontari. Il centro, ribattezzato non a caso “L’Approdo” viene vissuto e percepito come servizio aperto al ed inserito nel territorio e si pone come obiettivo quello di accogliere e promuovere la crescita dei minori predisponendo attività sociali con funzioni educative e formative e diventando punto di riferimento specifico per la socializzazione, il confronto, l’acquisizione di nuove conoscenze e competenze. La nostra equipe socio psicopedagogica, grazie alla preziosa collaborazione di volontari professionisti, offre servizi di qualità nell’ambito della mediazione familiare, dei disturbi dell’apprendimento (DSA) e della valutazione delle capacità genitoriali”.
QUAL E’ STATA LA SUA PRIMA REAZIONE IN SEGUITO ALLA PRESENTAZIONE DI QUESTO EVENTO ?
“Indubbiamente una reazione di notevole entusiasmo. Il tema della violenza di genere in tutte le sue forme è trasversale alla nostre attività. Ci capita spesso di raccogliere la richiesta di aiuto ( più o meno specifica) di molte donne che soffrono in silenzio tra le mura domestiche così come di osservare comportamenti problematici di molti bambini vittime di violenza assistita. Naturalmente il concetto di parità di genere si pone in netta e totale contrapposizione a quello di discriminazione sociale. Questa iniziativa ha dato l’opportunità a molte realtà locali di lavorare “gomito a gomito” con l’intento di rendere ancora più proficuo il confronto tra le diverse associazioni: confronto che ritengo imprescindibile soprattutto in questo complicato momento storico in cui le risorse destinate al sociale sono sempre più esigue ed occorre interrogarsi e riflettere su questo stato di cose. Reputo molto interessante e positivamente coraggioso questo primo passo fatto in tale direzione e mi preme ringraziare l’ANPE nella persona della dottoressa Francesca Pirronitto, referente territoriale”.
LEI HA SEGUITO MOLTO DA VICINO I BAMBINI DELLA SCUOLA ELEMENTARE REALIZZANDO DIVERSE INIZIATIVE SUL TEMA. POTREBBE PARLARCENE?
“Credo sia molto importante compiere un’opera di sensibilizzazione, educazione all’affettività ed alla sessualità, alla differenza di genere, all’analisi dei concetti di disparità e identità e al problema del bullismo di genere. Tra le mie numerose attività, ricordo quando decisi di mostrare ai bambini un cartone animato in cui il protagonista, un loro coetaneo, guardava le nuvole trasformarsi in genitori e poi nel padre che picchiava la madre. La reazione immediatamente ravvisabile era quella del passaggio dalla gioia alla tristezza e alla tendenza a chiudersi in se stessi ergendo un muro invalicabile tra sé e gli altri”.
CHE VALORE CREDE POSSA AVERE UN TALE EVENTO IN TERMINI EDUCATIVI?
“Senza alcun dubbio un altissimo valore educativo. La violenza di genere è la manifestazione estrema della disuguaglianza, di un deficit di democrazia e uno dei sintomi dell’incompleta cittadinanza delle donne ed è proprio nell’ambito delle relazioni di coppia che questa cittadinanza incompleta trova la sua massima espressione. Se è importante sensibilizzare la nostra comunità rispetto al tema della violenza di genere, lo è altrettanto dare luce e lustro alla metodologia utilizzata”.
Francesca Tremoglie
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