Sperlinga, lettera aperta della minoranza consiliare al presidente del consiglio comunale

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Pubblichiamo integralmente la lettera aperta inviata dai tre consiglieri di minoranza, Giuseppe Matarazzo, Maria Di Pietro, Michele Lo Bianco, al presidente del consiglio comunale di Sperlinga.

“Sig. Presidente,

sollecitare la sua attenzione, già più volte richiamata in ragione del ruolo, è dovere.  

Che intendiamno adempiere con sempre maggiore convinzione avendo lanciato la sfida della collaborazione fin dall’inizio di questa drammatica crisi.

Nella prospettiva dell’unità che il paese aspetta di vedere nei fatti,  con la risolutezza che la situazione richiede per affrontare i problemi aumentati e complicati  dalla emergenza. 

Cominciando a riconoscere il valore del dialogo e a dare più spazio ai luoghi  del confronto democratico. 

A partire dal Consiglio Comunale che va frequentato di più e meglio, per impedire che esso non diventi una inerte sterpaglia invece di quel campo di fertile dialettica che dovrebbe essere.

Trasformazione che la cittadinanza, di cui esso è espressione, non desidera e che nessuno si può permettere specie in questo momento.  

Veda Sig. Presidente, a questo virus  che ha cambiato il nostro tempo e le nostre abitudini di vita distanziandoci dalla società, noi  non possiamo permettere di distanziarci anche dalla democrazia.    

Non sarebbe cosa buona né giusta. 

E avremmo sprecato una occasione di coesione  che, con la buona volontà di tutti, potrebbe giovare al paese dove non mancano i problemi di cui il Consiglio Comunale potrebbe utilmente interessarsi.

Le tasse comunali che i cittadini, al netto di ogni soggettiva percezione sentono come troppo pesanti, potrebbero essere il primo argomento da potere affrontare. 

Certo non l’unico, poiché  insieme potremmo esaminarne tanti altri. 

Come ad esempio:

-una nuova politica dell’acqua per evitare le ricorrenti crisi estive nel servizio rurale e per tendere alla autosufficienza idrica del paese, non impossibile da raggiungere ove si ottimizzino  le risorse  esistenti  e si avviino idonei progetti per la captazione di nuove sorgenti; 

-una nuova politica della manutenzione dei beni comunali attraverso la quale potere sistematicamente affrontare anche il problema della viabilità, giusto per  evitare che anche  le memorabili  canalette non abbiano sempre a soffrire per la pulizia che manca;

-una nuova politica per il decoro e l’igiene ambientale per adeguarci ai parametri di un borgo che, legittimamente, ambisce di essere tra i più belli d’Italia, ma anche per liberarci dalle molestie dei topi sempre in agguato sui muri e per le strade del paese alla ricerca di un varco per irrompere nelle nostre case;

-una nuova sensibilità per la scuola con particolare riferimento alla edilizia scolastica e al suo adeguamento agli standard emergenziali da coronavirus nonché una attenzione massima a tutte le problematice atte a compiutamente garantire il diritto alla studio; 

Ma vogliamo interrompere questo lungo elenco senza soffermarci nemmeno sulla leggendaria questione della Casa Protetta perché oggi, più che guardare indietro per vedere ciò che non si è fatto,  bisogna guardare  avanti per vedere cio che si può fare.  

Questo essendo il segno dei tempi che  la politica deve saper cogliere -a Roma come a Sperlinga- se  vuole essere vera, servendo l’emergenza  e non servendosene.

Ma, per essere all’altezza della situazione e raccogliere la sfida che essa pone, bisogna che le parti facciano un passo indietro affinchè il tutto possa farne due in avanti.  

Tenendosi a distanza di sicurezza da ogni enfasi retorica e da ogni mistica buonistica, ma in ogni caso svolgendo ruoli e doveri connessi.

Come in questo caso in cui, a fronte del gruppo di minoranza  che fa la propria parte segnalando il bisogno  di far lavorare di più e più proficuamente il Consiglio Comunale, corrisponda  un Presidente del Consiglio che faccia la sua parte recependo il messaggio con il  tempismo che l’imminente termine di approvazione del Bilancio Comunale richiede. 

Nell’interesse del paese che ha bisogno di più partecipazione e condivisione, di più coro e meno solisti. 

Per evitare involuzioni nella interpretazione di ruoli e cariche pubbliche che vanno esercitati come servizio in nome e per conto dei cittadini da  garantire in tutto e, soprattutto, nel diritto di manifestare liberamente il loro pensiero.

E che vanno rispettati senza mai scivolare in arroganti intimazioni di silenzio, anche quando essi abbiano ad esprimere vedute e opinioni diverse e contrastanti.

Poiché nel paese della democrazia il dissenso non è mai lesa maestà, in esso abitandoci Sindaci ma non  re né proprietari.   

I Consiglieri di minoranza Giuseppe Matarazzo, Maria Di Pietro, Michele Lo Bianco“

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