Scoppio di un autocompattatore dei rifiuti a Catania, indagini in corso

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PALERMO – Uno scoppio si è verificato in un autocompattatore della Dusty, azienda che gestisce il servizio rifiuti a Catania, alle prime ore del mattino. L’episodio in via Don Giovanni Minzoni, a San Giovanni Galermo. Lo scoppio, avvenuto nel corso di una manovra di svuotamento di alcuni cassonetti, ha investito l’autista del mezzo, che è stato trasportato in ospedale per accertamenti, e un passante che si trovava nelle vicinanze. L’autocompattatore, danneggiato dallo scoppio, è stato sequestrato. Sulla vicenda indaga la polizia che, insieme con i tecnici dell’azienda, sta cercando di capire cosa abbia provocato lo scoppio.

DUSTY: “EPISODIO GRAVISSIMO”

“Sono costernata e molto dispiaciuta. Un episodio gravissimo che ha messo in serio rischio la salute degli operatori mentre stavano svolgendo il loro lavoro”. Lo afferma Rossella Pezzino de Geronimo, amministratrice di ‘Dusty’, azienda che gestisce la raccolta rifiuti a Catania, in merito allo scoppio avvenuto dentro un autocompattatore che era al lavoro alle prime luci del mattino. “Sgomenta” per l’esplosione avvenuta nella mattinata che ha investito un compattatore per la raccolta differenziata e coinvolto di riflesso tre operatori ecologici in servizio nel quartiere S. Giovani Galermo, l’amministratore sottolinea che “gli accertamenti dei fatti sono in corso” ma l’azienda al momento “ignora le cause” dello scoppio. E ancora: “ci affidiamo alle autorità competenti per risalire alla natura dell’accaduto. Siamo vicini ai nostri dipendenti che sono salvi ma che stanno facendo ulteriori accertamenti”. L’autocompattatore, posto sotto sequestro preventivo ai fini delle indagini, si trova nell’autoparco Dusty ed è stato seriamente danneggiato riportando una deformazione alla pala di aggancio per il rovesciamento dei contenitori stradali. “La deflagrazione è stata avvertita dai residenti del quartiere, nonostante il contenitore si trovasse all’interno del compattatore che ne ha contenuto il boato – ancora Pezzino de Geronimo -. Cosa sarebbe successo se gli operatori avessero utilizzato un automezzo diverso? Di certo – continua – non sarebbero stati sbalzati per terra o avrebbero perso i sensi, com’è accaduto, ma avremmo raccontato un epilogo diverso e ancor più grave”.

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