Scarpa rossa contro la violenza sulle donne al Palazzo dei Normanni a Palermo

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PALERMO (ITALPRESS) – Il rosso come colore simbolo del contrasto alla violenza sulle donne, la scarpa come elemento in grado di dare un calcio a un fenomeno ancora troppo diffuso in Italia. E’ stato il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè a richiedere personalmente che l’installazione fosse collocata nel cortile interno di Palazzo dei Normanni, a Palermo, quasi a rivendicare l’impegno dell’Assemblea regionale nella lotta alla violenza sulle donne. E’ l’associazione Azzurro donna, da anni operativa per debellare il fenomeno, a portare la scarpa, realizzata in cartapesta: a rappresentarla per la cerimonia la coordinatrice nazionale Catia Polidori e la responsabile regionale Maria Antonietta Testone.
“Accogliendo questa scarpa voglio ribadire che l’Ars rimane un punto di riferimento per qualsiasi emergenza -, sottolinea Miccichè – ringrazio tutte coloro che ancora credono nella possibilità di un aiuto. Una menzione speciale va alla collega Stefania Prestigiacomo per l’impegno che dedica costantemente in difesa delle donne”.
Polidori evidenzia come la disponibilità del presidente dell’Ars a ricevere la scarpa non fosse per nulla scontata, dal momento che “non sempre negli uomini si trova questa sensibilità. Questa scarpa è simbolo di un impegno congiunto contro la violenza sulle donne, simboleggiato dal colore rosso, e dalla necessità di informare correttamente su come attrezzarsi contro i propri aguzzini”.
Per quest’ultimo aspetto il riferimento è al numero verde collocato a fianco della scarpa, 1522, rivolto a tutte coloro che dopo la denuncia hanno bisogno di assistenza, in modo da garantire protezione e strumenti che favoriscano un reinserimento sociale in tranquillità. “Grazie a questo numero verde siamo state in grado di salvare tantissime vite durante la pandemia -, spiega Polidori, – abbiamo voluto che venisse inserito sugli scontrini delle farmacie cosicchè, dopo che le donne fossero uscite di casa con una scusa, si mettessero in contatto con noi per non dover più tornare dai loro aguzzini. In più abbiamo chiesto al governo che il 1522 venisse fatto passare anche durante i telegiornali, in modo che l’informazione arrivasse anche alle donne straniere”.
Per Maria Antonietta Testone, “è importante la collocazione di questo simbolo in un luogo istituzionale perchè i processi educativi sono fondamentali per un fenomeno che è dilagante e preoccupante”.
(ITALPRESS).

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