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PALERMO – Il Piano dei rifiuti della Sicilia ha avuto oggi il via libera dalla quarta commissione dell’Ars. “Finalmente, grazie al lavoro serio e competente dell’assessore Alberto Pierobon, si potrà mettere ordine all’intero sistema dello smaltimento con regole certe per realizzare gli impianti e per gestire i rifiuti, secondo i canoni dell’economia circolare”, afferma la capogruppo Udc a Sala d’Ercole, Eleonora Lo Curto. “Un risultato importante che fa seguito a un dato positivo a merito di questo governo regionale che ha visto crescere la raccolta differenziata in Sicilia dal 17 al 40%, riducendo in maniera sensibile le tonnellate di rifiuti portati in discarica – prosegue -. Con il nuovo Piano si mette fine anche alle deroghe emergenziali, spesso ai limiti della legittimità. In ogni provincia agiranno le Srr che saranno gli unici soggetti a pianificare e realizzare gli impianti, mettendo fine alle speculazioni e alla creazione di impianti inutili. Ogni territorio sarà autosufficiente e si autodeterminerà, la Regione avrà solo competenze residuali in caso di inefficienze o inerzia. Il Piano Rifiuti stabilisce che gli impianti privati verranno subordinati ad un interesso collettivo, prima che imprenditoriale – ancora Lo Curto -. Il riciclo rimane sempre prioritario nella gestione dei rifiuti e le discariche saranno sempre più un’opzione marginale, e non si esclude nemmeno la realizzazione di moderni impianti di termovalorizzazione in linea con le indicazioni dell’Unione europea sul recupero energetico”. Esulta Giusi Savarino, presidente della quarta Commissione e deputata di Diventerà bellissima: “L’approvazione odierna del Piano dà uno strumento attraverso il quale conoscere e monitorare i flussi dei rifiuti, così da poter progettare e realizzare l’impiantistica necessaria a chiudere la filiera con lo smaltimento, in modo trasparente ed efficace, privilegiando – afferma – il riutilizzo dei materiali recuperati. Abbiamo, inoltre, approvato una riscrittura del governo sul ddl Rifiuti, che adesso tornerà in Aula, sciogliendo giuridicamente tutte le perplessità segnalate. Sono molto soddisfatta del nostro lavoro in Commissione, abbiamo lavorato in maniera certosina, con pazienza e coinvolgendo ed ascoltando veramente tutti, dentro e fuori il palazzo”.
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SE UDC E DB ESULTANO, IL MOVIMENTO 5 STELLE SI MOSTRA CONTRARIO
Di parere contrario il Movimento cinque stelle, che parla di “una grande occasione sprecata”. I deputati M5s componenti della commissione Ambiente, Giampiero Trizzino, Stefania Campo e Stefano Zito, a commento del loro voto negativo in commissione, affermano: “Non potevamo avallare questa follia. Non si risolverà un bel nulla e si scaricheranno le responsabilità sui Comuni, i quali dovranno stabilire quali e quanti impianti costruire all’interno degli ambiti territoriali. Musumeci dopo tre anni di silenzio assordante nel quale non ha fatto alcun passo in avanti per risolvere l’emergenza dei rifiuti, oggi se ne esce con un documento col quale se ne lava le mani”. “Il piano – spiega Trizzino – si limita a fotografare l’esistente, senza dire nulla per il futuro. Nemmeno un cenno viene fatto ai tanto decantati inceneritori, sui quali noi restiamo contrari. Nulla sulle discariche esistenti e nulla sugli impianti di recupero. Al momento della votazione – dice Trizzino – tra i gruppi di opposizione soltanto il Movimento 5 stelle era presente, sarebbe bastato un solo voto contrario in piu’ oltre ai nostri, per bocciare il piano e rimetterlo in discussione. Stupisce e dispiace l’assenza dei deputati di Attiva Sicilia che da sempre si sono professati a tutela dell’ambiente. Oggi la loro assenza è pesata enormemente. Vogliamo sperare che non sia stata studiata a tavolino per fare un assist al governo”.
Da Attiva Sicilia affermano: “Il piano regionale dei rifiuti non può certo colmare anni e anni di immobilismo ma rappresenta comunque un passo avanti rispetto all’attuale situazione della Sicilia. Per questo da Attiva Sicilia è arrivato l’ok in commissione Ambiente”. “Il piano – dicono le deputate regionali Valentina Palmeri e Angela Foti – ha un’impostazione complessiva che si innesta su norme superate ed è debole sull’aspetto dell’economia circolare. Sono carenze importanti ma questo piano ha il merito di superare un’impasse colposa che dura da 23 anni. Si può considerare una sorta di piano-ponte che va obbligatoriamente integrato con un programma di economia circolare. Continuare a boicottare il piano – sostengono Palmeri e Foti – significa far scivolare ulteriormente il finanziamento di oltre 150 milioni di euro della programmazione europea e del ministero per la realizzazione dei tanto agognati impianti pubblici”.
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