Nella serata del 28 marzo, in occasione del Giovedì Santo, la Chiesa di San Michele è stata teatro di un evento profondamente simbolico: la “Lavanda dei Piedi”. Questo rito ricorda il gesto umile e rivoluzionario che Gesù ha compiuto durante l’Ultima Cena, come narrato nel Vangelo di Giovanni.
Durante quella cena, Gesù si alzò dal tavolo, prese un catino e iniziò a lavare i piedi ai suoi discepoli. Questo gesto ha dimostrato come Lui, pur essendo il Maestro, si è reso il più umile tra loro. La Chiesa interpreta la lavanda dei piedi come un simbolo dell’amore di Dio, un gesto che riassume l’intera vita di Gesù, il quale “non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.
Per i cristiani, lavarsi i piedi a vicenda significa ricordare l’amore che Gesù ha dimostrato per i suoi discepoli. La Chiesa cattolica rivive questo gesto durante la liturgia del Giovedì Santo, nella Messa in Cena Domini.
Quest’anno, il parroco don Delfio Scandurra ha ripetuto questo atto simbolico. La cerimonia della lavanda dei piedi è stata interparrocchiale, coinvolgendo sia la Chiesa di San Michele che quella di Santa Maria Maggiore. I superiori delle confraternite locali (San Michele, Santissimo Sacramento in San Michele, Santi Simone e Giuda, Santissimo Sacramento, Sciabica, Assunta e Misericordia), insieme alle loro mogli, hanno partecipato attivamente all’evento.
Nella stessa notte, nella chiesa di San Vincenzo Ferreri, si è svolta un’adorazione eucaristica. Al centro dell’altare, è stato allestito un ricordo dell’Ultima Cena, in omaggio alle parole di Gesù nel Vangelo di Luca: “Fate questo in memoria di me”.
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