A conclusione di specifici controlli volti al contrasto dell’indebita percezione del “Reddito di Cittadinanza”, nel capoluogo ed in tutta la provincia, i Carabinieri del Comando Provinciale di Messina con l’ausilio del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Messina hanno denunciato in stato di libertà 102 persone ritenute responsabili di aver percepito indebitamente il sopracitato assegno statale. Inoltre hanno attivato presso l’I.N.P.S., Ente che eroga il beneficio, le procedure per la sospensione e l’eventuale revoca del sussidio, attivando le specifiche verifiche sui pagamenti in favore dagli indagati di somme pari ad oltre 624.000 euro già versate dall’INPS.
In particolare sono al vaglio della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina, diretta dal Procuratore, dott. Maurizio De Lucia, le posizioni di 62 persone, 32 uomini e 30 donne, mentre 19 persone, 14 uomini e 5 donne, sono state segnalate alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto e 21 soggetti, 15 uomini e 6 donne, sono stati segnalati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Patti.
La normativa di legge sul reddito di cittadinanza prevede che i richiedenti al momento della presentazione della documentazione, sono comunque obbligati a comunicare all’INPS l’eventuale presenza di cause impeditive oppure, dopo l’erogazione del sussidio, a comunicare sopraggiunte cause ostative, come le misure cautelari coercitive personali, o variazioni della propria condizione economica che modifichino i presupposti necessari per la concessione del beneficio.
In particolare, i carabinieri della Compagnia di Mistretta, hanno accertato che un 31enne di Mistretta ed un 51enne di Capizzi avevano omesso di comunicare all’INPS, ente erogatore, le sopravenute misure cautelari emerse a loro carico, attivando contestualmente le procedure, tramite l’INPS, per la revoca del sussidio.
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