Il 13 settembre è stata pubblicata sul sito del Senato della Repubblica la Relazione semestrale della DIA presentata dal Ministro dell’Interno e relativa ai fenomeni di criminalità organizzata di tipo mafioso del II semestre del 2022. L’analisi è realizzata sulla base delle evidenze investigative, giudiziarie e di prevenzione e conferma, ancora una volta, che i sodalizi mafiosi prediligono agire negli ambiti illeciti che destano minore allarme e riprovazione sociale ma che generano ingenti profitti gradualmente immessi nei circuiti legali con conseguenti effetti distorsivi delle regolari dinamiche dei molteplici mercati.
Provincia di Enna
La principale organizzazione mafiosa attiva nel territorio ennese permane cosa nostra, naturale propagazione delle limitrofe espressioni criminali nissene, messinesi e, soprattutto, catanesi.
Queste ultime hanno portato avanti un processo di progressiva espansione, soprattutto nella zona nord-est dell’ennese, stringendo rapporti di collaborazione con la criminalità locale e approfittando delle affievolite capacità dei sodalizi ennesi notevolmente ridimensionati dai numerosi arresti.
Le articolazioni mafiose non risulterebbero variate rispetto al passato e il territorio provinciale appare suddiviso in 5 storiche famiglie che agiscono tra Enna, Barrafranca, Pietraperzia, Villarosa e Calascibetta. Alle predette risultano collegati alcuni gruppi attivi a Piazza Armerina, Aidone, Agira, Valguarnera Caropepe, Leonforte, Centuripe, Regalbuto, Troina e Catenanuova.
La costante azione repressiva ha consentito, nel tempo, di giungere a significativi risultati processuali. Nel senso, si richiama la recente sentenza della Cassazione che ha confermato le condanne emesse nei confronti di personaggi storici di cosa nostra ennese; in particolare, il supremo organo ha reso definitivi i 26 anni di reclusione inflitti in primo grado nell’ambito del processo “Goodfellas” (2017) al capo della famiglia mafiosa ennese, supportata dalla famiglia di cosa nostra catanese, La Rocca e attiva nel versante Calatino- Sud Simeto che avrebbe, negli anni, svolto un’importante funzione di “cerniera” tra i clan catanesi e quelli ennesi.
Notevole importanza, per le dinamiche interne a cosa nostra ennese, riveste anche l’arresto, eseguito dall’Arma il 26 ottobre 2022, di un soggetto ritenuto il capo di Calascibetta (EN). Nel periodo in esame, sono state emesse ulteriori sentenze di condanna che hanno decimato alcuni clan della mafia ennese. Tra queste, quella emessa il 21 luglio 2022 nei confronti dei 18 imputati nel procedimento “Caput Silente” scaturito dall’omonima indagine, conclusa nell’aprile 2021, che documentò l’operatività della famiglia mafiosa di Leonforte nelle estorsioni e nel traffico di stupefacenti.
Altra condanna di rilievo è quella comminata il 7 settembre 2022 a carico di altri 18 appartenenti al clan di Barrafranca già colpito, nel luglio 2020, dall’esecuzione di numerose ordinanze cautelari nell’ambito dell’operazione “Ultra”.
Le indagini concluse nel semestre hanno altresì permesso di ricostruire l’operatività di organizzazioni dedite alla mafia agricola e protese all’illecita acquisizione di contributi pubblici destinati all’agricoltura tramite false dichiarazioni ma impegnate anche nella capillare azione estorsiva, in danno di commercianti e imprenditori agricoli, spesso attuata con la classica e sistematica richiesta di somme di denaro ovvero di servizi gratuiti e, in alcuni casi, con l’imposizione di assunzioni di lavoratori ritenuti vicini ai sodalizi.
A conferma, si cita l’inchiesta denominata “Coda di Volpe” conclusa, dalla Guardia di finanza il 15 settembre 2022, con l’esecuzione di un sequestro preventivo di beni, per un valore complessivo di circa 700 mila euro, a carico di 12 imprenditori indagati per riciclaggio, autoriciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. L’indagine ha disvelato un sistema fraudolento, adottato da agricoltori contigui ad ambienti criminali, per l’acquisizione illecita di risorse statali e dell’Unione Europea elargite a favore dello sviluppo rurale.
Un’ulteriore operazione che ha confermato l’interesse della criminalità mafiosa alle erogazioni pubbliche della Comunità Europea è quella eseguita, il 21 settembre 2022, dalla Guardia di finanza a carico di 13 soggetti ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso, trasferimento fraudolento di valori, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, riciclaggio, autoriciclaggio, dichiarazione fraudolenta ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. L’attività investigativa “…ha riguardato, in particolare, la sistematica infiltrazione nel settore dei contributi erogati a sostegno all’agricoltura e dell’allevamento, eseguita mediante aziende riconducibili a prestanome, da parte di soggetti riconducibili a due famiglie mafiose di cosa nostra catanese in particolare quella dei …omissis… (originaria di Biancavilla) e quella dei …omissis… (originaria di Tortorici)”, impossibilitati a conseguirli in quanto colpiti da una pregressa interdittiva antimafia. Le indagini hanno messo in luce anche il modus operandi per l’ottenimento di detti contributi, documentando “… a) la capacità di dette famiglie mafiose di aggiudicarsi, mediante compiacenti funzionari pubblici, numerosi lotti di terreno di proprietà della azienda …omissis… mediante i quali poi presentare istanze per ottenere contributi europei; b) l’esistenza di propaggini delle menzionate famiglie mafiose operanti in territorio delle province di Enna, tra Troina e Centuripe, sulla scorta delle direttive impartite da soggetti di rilievo della organizzazione mafiosa in atto detenuti…”.
Anche gli esiti dell’operazione denominata “Full Control”, conclusa dalla Guardia di finanza il 22 novembre 2022, hanno documentato, oltre alla commissione di numerosi reati economico-finanziari, un vasto giro di estorsioni e usura. In particolare, due fratelli erano dediti ad elargire denaro ad imprenditori locali in grave crisi con tassi di gran lunga superiori al limite massimo fissato dalla legge tramite “…un consolidato modus operandi adoperato dagli indagati, i quali, una volta concesso il prestito ed obbligata la vittima al pagamento mensile di interessi sempre superiori ai tassi-soglia, dinanzi alle prime difficoltà manifestate da quest’ultima circa la regolarità e la tempestività dei pagamenti, la costringono a cedere, a titolo di garanzia, quote della sua attività economica ora in modo occulto ora … mediante la sua formale acquisizione per il tramite di pagamenti fittizi”. Contestualmente, sono stati eseguiti 13 sequestri preventivi di denaro contante, beni o di altre utilità, tutti riconducibili ai due fratelli a capo dell’organizzazione.
Immutato, nel semestre, anche l’interesse della criminalità ennese riguardo al traffico e allo spaccio di stupefacenti, come documentato, il 7 novembre 2022, dalla Polizia di Stato con l’esecuzione, nell’ambito dell’operazione “Brother” avviata nell’estate del 2021, di un’ordinanza cautelare a carico di 9 soggetti ritenuti responsabili di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti con la quale è stata disarticolata una fitta rete di spaccio riconducibile ad un’organizzazione criminale operante tra Enna, Castel di Iudica (CT) e Catania.
Anche ad Enna nel semestre in esame si sono verificati atti intimidatori nei confronti di imprenditori, commercianti e di rappresentanti delle Istituzioni. Nell’ambito dell’azione preventiva finalizzata a impedire le infiltrazioni mafiose negli apparati, si segnala che il Prefetto di Enna, nel semestre in esame, ha emesso 9 provvedimenti interdittivi nei confronti di altrettante aziende per le quali “…è stato ritenuto concreto ed attuale, e non occasionale, il rischio di infiltrazione mafiosa”.
Redazione TeleNicosia.it fondata nel luglio del 2013. La testata è iscritta al Tribunale di Nicosia al n° 2/2013.