Poliziotto del Commissariato di Leonforte preso di mira da alcuni personaggi, l’associazione antiracket: “Siamo con lui”

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“Per l’ennesima volta un poliziotto del Commissariato di Leonforte è oggetto di attacchi inqualificabili da parte di personaggi del suo paese, condannati per reati molto gravi, che lo hanno preso di mira per le sue attività d’indagine. Non possiamo che ribadirgli stima e solidarietà, oltre che incoraggiarlo ad andare avanti, perché giustizia e legalità si affermino su gruppi che vorrebbero far trionfare silenzio, omertà e ritorsioni”.

Così l’Associazione antiracket e antiusura di Leonforte aderente alla Fai interviene all’indomani del servizio, pubblicato sul canale Youtube di Tele Jato, in cui viene raccontata la storia del poliziotto. Un servizio che dà atto delle sentenze e dei pronunciamenti (tutti) in favore del poliziotto, ma stravolge totalmente la realtà, quasi prendendosi gioco dei provvedimenti della magistratura – che ha sempre archiviato accuse infondate, mosse dai due soggetti di cui parla il servizio (la cui condanna è tuttora oggetto di definizione, ma solo in relazione all’entità della pena) – nonché le cronache dei fatti, da cui chiaramente l’agente emerge come è stato individuato dalla magistratura: persona offesa di ipotesi di reato di calunnia.

Conclude l’Associazione antiracket e antiusura. “Siamo e saremo sempre al fianco di chi, come questo agente, è divenuto suo malgrado il bersaglio di comportamenti intimidatori e querele infondate, giacché ritenute tali dall’autorità giudiziaria. Ricordiamo a tutti che il giudizio penale spetta ai tribunali che lo affermano in nome del popolo italiano, non certo a narratori di parte o al popolo del web. Infine, in relazione a questo servizio giornalistico, ricordiamo che l’articolo 1 del testo unico dei doveri della stampa afferma come “obbligo inderogabile” sia “il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede”. Non vorremmo che qualcuno lo avesse dimenticato”.

Nel servizio dell’emittente presa di mira anche la testata on line Enna Ora, diretta dal giornalista Josè Trovato, l’accusa è quella di essersi totalmente schierata dalla parte del poliziotto.

Intanto il poliziotto, tramite il suo legale – citato impropriamente nel servizio giornalistico come se l’autore avesse cercato in qualche modo di mettersi in contatto con lui – fa sapere che a breve sarà sporta querela. E l’Associazione antiracket e antiusura di Leonforte annuncia che nell’eventuale giudizio si costituirà parte civile.


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