Nell’udienza del 17 gennaio davanti al gip Michele Ravelli, il pubblico ministero Michele Benintende ha richiesto una condanna di 18 anni di reclusione per l’imputata Laura Di Dio, accusata dell’omicidio di Margherita Margani. Il reato prevede una pena che oscilla tra 24 e 30 anni, considerando l’aggravante del rapporto di affinità, poiché la vittima era la suocera della Di Dio.
Il pubblico ministero ha accettato le argomentazioni difensive presentate dagli avvocati Antonio Impellizzeri e Salvatore Timpanaro, optando per non contestare le aggravanti di premeditazione e crudeltà. Queste avrebbero comportato la pena dell’ergastolo l’impossibilità di richiedere il giudizio abbreviato, al quale l’imputata invece è stata ammessa.
Il pubblico ministero ha giustificato la richiesta di una pena di 18 anni partendo dalla pena base di 27 anni, dando maggiore peso all’aggravante del rapporto di affinità rispetto alla seminfermità mentale riconosciuta durante l’incidente probatorio.
Durante il procedimento, il perito di ufficio, prof. Antonino Petralia, aveva riconosciuto un vizio parziale di mente, mentre il consulente di parte, prof. Rino Bruno, aveva concluso per l’infermità totale. Dopo la richiesta di giudizio abbreviato, i difensori avevano presentato una consulenza di parte elaborata dalla dott.ssa Francesca Rosaria Picone.
Dopo la requisitoria del pubblico ministero hanno preso la parola i difensori delle parti civili: l’avvocato Giacomo Pillitteri e gli avvocati Giuseppe e Angelo Maria Tambè.
L’udienza è stata aggiornata all’8 febbraio per l’intervento dell’avvocato Antonio Impellizzeri. Successivamente, nell’udienza già calendarizzata per il 22 febbraio, è prevista l’arringa difensiva conclusiva dell’avvocato Salvatore Timpanaro.
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