Gli avvocati Antonio Impellizzeri e Salvatore Timpanaro, difensori di Laura Di Dio, la trentunenne di Pietraperzia, che il 4 febbraio scorso pugnalò a morte la suocera Margherita Magnano, hanno chiesto il rito abbreviato.
A giudicare l’imputata non sarà, pertanto, con molta probabilità, la Corte d’Assise di Caltanissetta con il rito ordinario, ma il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Enna.
Il 4 agosto scorso il pubblico ministero, Michele Benintende, aveva chiesto, per la presunta omicida, il rito immediato, sul presupposto dell’evidenza della prova. All’esito di una complessa attività investigativa, svolta in pieno periodo feriale, nel periodo di ferragosto, con la quale sono state ricostruite approfonditamente le dinamiche familiari dei protagonisti della triste vicenda, i due difensori hanno chiesto al Gip il giudizio abbreviato.
Il giudice, Michele Ravelli, ha, pertanto, fissato l’udienza del 26 ottobre prossimo per decidere se ammettere o meno l’imputata al rito alternativo che, in caso di condanna, comporta una drastica riduzione di pena.
La Di Dio è imputata di omicidio aggravata per aver ripetutamente colpito la suocera, dapprima con un coltello da cucina e successivamente con una forbice all’altezza della gola.
Già in sede di incidente probatorio, il prof. Antonio Petralia dell’Università di Catania, perito nominato dal Tribunale, ha riconosciuto all’imputata la seminfermità mentale.
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