Le associazioni promotrici della costituzione del Forum sullo sviluppo delle aree interne dell’ennese e del versante meridionale dei Nebrodi hanno organizzato, con il supporto del Presidio partecipativo del patto di fiume Simeto, un incontro con i Sindaci dei 22 Comuni che ricadono in queste aree. L’incontro si svolgerà in diretta sulla pagina facebook del presidio lunedì 22 marzo 2021, alle ore 21. Le associazioni promotrici dell’incontro hanno elaborato un manifesto, nel quale spiegano le ragioni che le hanno portate ad organizzarsi per promuovere la costituzione del forum, al quale chiamano a farne parte le istituzioni, le associazioni del terzo settore e le organizzazioni di rappresentanza del mondo del lavoro e delle imprese.
Per le aree interne dell’ennese e del versante meridionale dei Nebrodi il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), il Piano Sud 2030 e il Ciclo di programmazione dei fondi europei 2021-2027, rappresentano l’irripetibile occasione da non perdere per arrestare ed invertire la tendenza al declino, innescando processi di sviluppo ideati e realizzati con il coinvolgimento delle comunità che vivono in queste aree. Rivendicare più risorse per il Sud è giusto, ma non basta. Per utilizzarle al meglio e ottenere i risultati attesi di crescita di queste aree, occorre una chiara visione di quello che si vuole che queste aree diventino, degli obiettivi che si vogliono perseguire ed una strategia per raggiungerli.
Tutti gli indicatori socioeconomici segnalano che queste aree sono ad un passo dal punto di non ritorno e, se non si interviene subito, l’oltrepasseranno fra non molto. La composizione demografica indica uno stato di malessere. La popolazione di queste aree diminuisce ed invecchia. E’, questa, una tendenza che si manifesta anche nelle aree forti economicamente e socialmente. Ma nelle aree interne una variabile che determina pesantemente questa tendenza è l’alto tasso di disoccupazione giovanile e femminile, che alimenta l’emigrazione di giovani uomini e donne con livelli di istruzione elevati.
Intervengono altre variabili a determinare la desertificazione demografica di queste aree interne. Le politiche neo liberiste in voga negli ultimi decenni, ispirate a logiche ragionieristiche di fra quadrare i conti pubblici riducendo la spesa e sopprimendo servizi pubblici essenziali, hanno reso queste aree interne non solo poco attrattive per chi non ci vive, ma anche disagevoli per chi le abita. Andare a vivere nei centri urbani dove sono concentrati servizi essenziali, come sanità e istruzione, è una tentazione alla quale molti degli abitanti dei piccoli paesi di queste aree sono costretti a cedere, perché non ne possono fare a meno. Ma non sono solo questi i diritti di cittadinanza che vengono negati agli abitanti. Il pessimo stato della rete stradale rende difficile l’esercizio del diritto alla mobilità.
Non c’è solo un’asimmetria territoriale tra aree interne e aree metropolitane, una disuguaglianza di reddito e di produzione, c’è anche una disuguaglianza di opportunità derivante dalle differenti possibilità di accesso a servizi essenziali come l’istruzione, le cure sanitarie, la sicurezza personale, dotazione di infrastrutture materiali e immateriali, efficienza amministrativa e giudiziaria e reti di mobilità. Rendere problematico per gli abitanti delle aree interne l’accesso a questi servizi equivale ad una violazione di quei diritti civili e sociali di cittadinanza che, come prevede l’art. 117 della Costituzione, “devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”.
La questione delle aeree interne è posta con forza dalla pandemia, che ha messo in risalto i guasti prodotti dai divari esistenti tra Nord e Sud e tra aree interne spopolate e aree metropolitane densamente popolate. Ad occuparsene sono le aree forti del Nord con le loro università e fondazioni bancarie. Al Sud, e nelle aree interne dell’ennese e del versante meridionale dei Nebrodi, che ne hanno di più bisogno, non c’è la stessa attenzione. La proposta di costituire un apposito forum ha lo scopo di contribuire a riportarla al centro del dibattito pubblico, nel quale coinvolgere istituzioni pubbliche, associazionismo del terzo settore, le comunità che vivono in queste aree e organizzazioni di rappresentanza del mondo del lavoro e delle imprese.
Presidio partecipativo del Patto di Fiume Simeto, l’Isola che c’è, Movimento per la Difesa dei Territori (MDT) di Nicosia, Circolo Ancipa Legambiente Troina, Associazione Pro Loco di San Teodoro, Coordinamento provinciale Comitati Cittadini di Enna, Centro Studi Europei “La Fenice” di Cerami, Associazione culturale “Mondo operaio” di Enna e Rete di imprese di Enna.
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