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PALERMO – Negozi chiusi, poche auto in circolazione e strade popolate soltanto da runner. Cosi’ Palermo nel primo giorno di zona rossa, misura anti-Covid decisa dall’ultimo Dpcm e recepita dal governatore Nello Musumeci con una ordinanza che restera’ in vigore fino alla fine di gennaio. Il centro citta’ e’ semideserto: in via Roma, dove il Comune ha sospeso la Ztl, ma anche in via Cavour e via Duca della Verdura poche auto e qualche autobus che gira vuoto.
La zona della Cala e del Foro Italico, presidiata da due agenti di polizia a cavallo, e’ popolata da chi ha approfittato del bel tempo e del via libera all’attivita’ sportiva individuale per concedersi la classica corsa domenicale. Per i controlli, oltre ai carabinieri, e’ in campo anche la polizia municipale, sotto la spinta delle dichiarazioni del sindaco, Leoluca Orlando, che piu’ volte si e’ detto preoccupato per il consistente aumento dei contagi.
Negozi chiusi, ad esclusione di generi alimentari e farmacie, mentre i pochi bar aperti in centro sono vuoti e l’umore, in questo caso, non e’ dei migliori: “Non e’ giusto restare cosi’, senza fare nulla – afferma alla Dire Giacomo Tarantino, titolare del bar ‘Al Capriccio’, a due passi dal teatro Massimo, che in una normale domenica sarebbe pieno di clienti -. La Sicilia avrebbe dovuto essere zona gialla, e non rossa”.
Un ragionamento che prende le mosse dal fatto che l’indice di positivita’ dell’Isola e’ calato sensibilmente in virtu’ dell’inserimento dei tamponi veloci nelle statistiche ufficiali del ministero della Salute: ieri, su 25.097 tamponi (rapidi e molecolari) i nuovi casi registrati nell’Isola sono stati 1.954.
“Se hanno deciso di inserire anche i test veloci nei report ufficiali perche’ non li tengono in considerazione per la classificazione delle zone?”, si chiede Tarantino che poi aggiunge: “Sono convinto che delle tre zone rosse (Sicilia, Lombardia e provincia autonoma di Bolzano, ndr) saremo solo noi siciliani a restare in questa situazione perche’ il nostro governo regionale non ha polso“.
Il bar e’ vuoto, croissant e paste riempiono l’espositore: “Quelle poche persone in giro sono comunque disorientate e non sanno se possono entrare– racconta ancora Tarantino-, nel dubbio non entrano e la colazione si fa a casa. Quanto potremo durare in questa situazione? Forse altri due mesi? Ok i ristori, ma cosa potremo riuscire a pagare con quelle somme? Non vedo futuro, nessuno ci aiuta. A questo punto apriamo tutto, perche’ non si muore soltanto di Covid…”.
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