Pagana (Attiva Sicilia): “Si affronta il problema della fauna selvatica che danneggia le colture e rappresenta un pericolo. Esprimo soddisfazione per l’ordinanza dell’assessorato Territorio e ambiente”

ELENA PAGANA 1
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La deputata regionale Elena Pagana, annunciando i provvedimenti disposti dall’assessorato regionale per fronteggiare i danni arrecati dagli animali selvatici che vivono nei boschi siciliani, esprime soddisfazione.

Da anni vengono richiesti provvedimenti mirati a fronteggiare la problematica di quegli animali selvatici come i suidi che spingendosi sempre più verso le aree coltivate e abitate, costituiscono un pericolo per le persone e gli animali da allevamento e provocano danni a coltivazioni e pascoli. Apprendo ora con soddisfazione che l’assessore al Territorio e Ambiente ha inviato ai sindaci la bozza di una ordinanza che permette di affrontare la problematica con gli abbattimenti controllati che sono invocati da anni”.

In Sicilia a creare danni e preoccupazioni sono soprattutto le popolazioni di suini selvatici, come cinghiali, suini neri dei Nebrodi, ibridi che derivano dagli incroci anche con i suini domestici. Un problema fortemente avvertito nelle aree delle Madonie e dei Nebrodi dove i suidi selvatici, oltre ad avere in alcuni casi attaccato l’uomo, devastano le coltivazioni ma anche i pascoli che vengono scavati in profondità alla ricerca di larve e piccoli animali dei quali si nutre questa specie. I suini selvatici, però, rappresentano un pericolo per le attività economiche legate alla zootecnia.  I suini selvatici sono portatori sani di Tbc zootecnica che determina, in caso di contagio di mandrie, il totale fermo dell’allevamento fino a quando la malattia non risulta debellata. Nelle aree montane interne la zootecnia è in gran parte basata sul pascolo brado e su quello stagionale nelle aree montane i suidi sulle quali sconfinano dalle zone protette delle riserve naturali o dei parchi delle Madonie e dei Nebrodi. Animali che, quindi, diffondono il patogeno della Tbc zootecnica, ma anche potenzialmente di altre zoonosi ad armenti e greggi che rischiano di contrarre la malattia pascolando o anche abbeverandosi.

Da anni viene chiesto un piano regionale di abbattimenti controllati – aggiunge Pagana – e personalmente, ben conoscendo quali sono le conseguenze che il proliferare incontrollato della fauna selvatica problematica, determina in termini di danni per gli allevatori delle aree interne dell’Ennese, Messinese e Palermitano, esprimo soddisfazione per una ordinanza che affronta la questione”.

 

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