Operazione “Maglie Larghe”. Poco meno di 80 i rinviati a giudizio, unico prosciolto dalle accuse l’ex vicesindaco Carmelo Amoruso

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Poco meno di 80 rinviati a giudizio ed un solo prosciolto con la formula “per non avere commesso il fatto” tra gli 80 indagati dell’operazione “Maglie Larghe” che a gennaio 2018 aveva portato in tutto l’Ennese e in alcuni Comuni del Messinese, a misure cautelari e sequestri patrimoniali per allevatori e responsabili di sportelli che si occupano delle pratiche per i finanziamenti in agricoltura.

Le accuse contestate agli indagati erano associazione per delinquere, truffa aggravata ai danni dell’Agea e dell’Ue, falso e, per alcuni, riciclaggio e autoriciclaggio.

Gli indagati inizialmente erano stati 85 e per 80 di loro la procura di Enna ha chiesto il rinvio a giudizio. Il Gup del tribunale di Enna ha prosciolto tutti gli indagati dall’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, ed ha dichiarato prescritte le ipotesi di falso e truffa antecedenti al novembre del 2013, disponendo il rinvio a giudizio per oltre 75 indagati.

Unico prosciolto da tutte le accuse, Carmelo Amoruso 51 anni, ex vicesindaco di Nicosia (En), responsabile di un’associazione di categoria che si occupava delle pratiche di finanziamento. Amoruso, difeso dall’avvocato Gianfranco D’Alessandro, è risultato estraneo alle accuse contestate, sulla base delle tesi difensive che hanno dimostrato come altri soggetti avrebbero utilizzato le password di Amoruso per inserire le pratiche di finanziamento ritenute fraudolente.

I reati contestati sarebbero stati commessi utilizzando i “Caa”, centri di assistenza agricola di Enna, Messina, Catania, Palermo, e Trapani, per l’acquisizione dei titoli che permettono di ottenere i contributi comunitari che vengono concessi sulla base dei terreni posseduti o utilizzati dagli imprenditori agricoli.

Le indagini, partite nel 2014, sono state coordinate dalla Procura di Enna e condotte dai carabinieri e dalla Guardia di finanza. Per i terreni dei quali veniva attestato il possesso o l’utilizzo, sarebbero stati presentati falsi contratti e false dichiarazioni di concessione in comodato. Esaminate le richieste di “titolo Pac” di società ed imprenditori coinvolti, gli inquirenti avevano attivato una serie di controlli incrociati ed i rilievi aero-fotogrammetrici del territorio. La truffa complessivamente ammonta ad oltre 4 milioni di euro.

(AGI)

 

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