L’avvocato Salvatore Timpanaro, difensore della 32enne, Laura Di Dio, che il 4 febbraio scorso aggredì la suocera in cucina con un’arma da taglio, un coltello e un paio di forbici, colpendola alla gola e uccidendola, passa al contrattacco, avviando una attività difensiva ad ampio spettro.
E’ stato, in primo luogo richiesto al GIP presso il Tribunale di Enna una perizia psichiatrica in sede di incidente probatorio.
La perizia richiesta dovrà accertare non solo la capacità di intendere e di volere al momento del fatto, ma anche la capacità dell’imputata di partecipare coscientemente al giudizio.
Attraverso articolate investigazioni difensive, infatti, è stata reperita documentazione clinica che dimostra lo stato di incapacità della Di Dio al momento del fatto, il che farebbe venir meno la punibilità.
Secondo il difensore – che ha già nominato come proprio consulente lo psichiatra criminologo clinico dott. Salvatore Bruno – la donna non sarebbe imputabile per “vizio totale di mente”.
Sotto lo stesso profilo di difetto di imputabilità l’avv. Timpanaro ha impugnato l’ordinanza cautelare, emessa dal GIP il 7 febbraio ’23 all’esito dell’interrogatorio di garanzia, avanti il Tribunale del riesame di Caltanissetta.
Sarà quindi il cosiddetto Tribunale della libertà a decidere se Laura Di Dio debba rimanere in carcere. Nel caso in cui la Di Dio – come sostenuto dalla difesa – dovesse risultare non imputabile, infatti, non si può falla stessa applicare la misura della custodia cautelare in carcere, ma al più ad una misura di sicurezza presso una idonea struttura o casa di cura.
Le investigazioni difensive in corso di svolgimento, inoltre, comprendono gli interrogatori di più persone, compreso il medico curante dell’indagata, al fine di acquisire elementi sul suo stato di salute mentale.
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