Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Enna, Michele Ravelli, ha depositato le motivazioni della sentenza di condanna di Laura Di Dio per l’omicidio della suocera Margherita Margani, avvenuto il 4 febbraio dello scorso anno. La trentunenne di Pietraperzia è stata riconosciuta colpevole di aver accoltellato a morte la suocera prima con un coltello da cucina e poi con una forbice, infliggendo ferite mortali alla gola.
Il gip ha accolto le tesi difensive degli avvocati Antonio Impellizzeri e Salvatore Timpanaro, condannando l’imputata a nove anni e nove mesi di reclusione, una pena significativamente più lieve rispetto ai 18 anni richiesti dalla Procura della Repubblica, rappresentata in aula dal pubblico ministero Michele Benintende. La condanna è stata influenzata dall’assenza di contestazioni da parte del pubblico ministero riguardo alle aggravanti della premeditazione e della crudeltà, come invece richiesto dalle parti civili.
Il Tribunale ha effettuato un complesso calcolo della pena, partendo da una base di 23 anni e sei mesi. Sono state applicate le riduzioni previste dalla legge, riconoscendo la seminfermità mentale dell’imputata e le attenuanti generiche, ritenute prevalenti rispetto all’aggravante del rapporto di affinità tra l’omicida e la vittima. Ulteriori riduzioni sono state applicate grazie alla scelta del rito abbreviato.
Durante le lunghe arringhe, gli avvocati difensori Impellizzeri e Timpanaro hanno sollecitato il riconoscimento delle attenuanti, tra cui la provocazione per accumulo, basandosi su approfondite investigazioni difensive. Tuttavia, il Tribunale non ha riconosciuto questa ulteriore attenuante, ma ha comunque valorizzato le evidenze emerse, ritenendo che il delitto sia stato il risultato di comportamenti persecutori e vessazioni da parte della vittima nei confronti della giovane nuora.
Gli avvocati difensori, visibilmente soddisfatti, hanno dichiarato: “La pregevole motivazione della sentenza accoglie in pieno le nostre tesi difensive, riconoscendo all’imputata le attenuanti generiche e il vizio parziale di mente. La sentenza è giusta ed equilibrata, frutto di approfondite valutazioni tecnico-giuridiche e di grande sensibilità umana da parte del Tribunale.”
In base alla recente riforma Cartabia, se i difensori di Laura Di Dio non proporranno appello, sarà prevista un’ulteriore riduzione di pena di quasi venti mesi.
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