Oggi pubblichiamo per la rubrica “Al tempo del corona” un contributo che ci viene spedito da un nicosiano che si trova e lavora in Austria.
Dopo una prima lettura, il pensiero che agli italiani che lavorano fuori Italia possano essere poste domande quali “Sei italiano? hai pure tu il virus?” può pesare sul cuore di molti connazionali.. ma riflettendo… la nostra memoria non deve essere corta…
Sino a poche settimane fa, quando il nemico non aveva ancora falciato molte vite nel nostro Paese, quando tutto appariva lontano e in tanti ci consolavamo con l’illusione che questa guerra non avrebbe mai potuto coinvolgere anche l’Italia, quanti italiani formulavamo domande simili a uomini, donne e bambini cinesi (anche a chi non era tornato a casa, in Cina, da decenni e mai avrebbe potuto contrarre il virus lì)?
La guerra, invece, si è estesa a tutto il mondo, ergendosi a mostro chiamato “pandemia”. E da quando si parla di pazienti asintomatici, si è compreso che il virus ai nostri polmoni può essere contagiato anche da chi non ha alcun sintomo. Non ha più solo il volto dagli occhi a mandorla, è un nemico invisibile e comune!
E mentre il cuore pulsante dell’economia italiana è duramente colpito, mentre il silenzio delle strade deserte di tante città italiane è rotto sotto dalle (sempre più numerose) sirene delle ambulanze, ora che in alcune città si fatica a trovare un letto disponibile in ospedale e scarseggiano persino le bare, il nostro punto di vista pian piano è cambiato, rivelandoci che, in verità, sono due i nemici che stiamo affrontando e l’infezione più grave è l’ignoranza !
Sino a quando ogni situazione non ci tocca personalmente, sino a quando non si ammala il vicino di casa o un parente o almeno un conoscente, sottovalutiamo il problema, ci sentiamo immortali e intoccabili.
Cerchiamo le scuse più assurde per uscire di casa, e ci sentiamo intelligenti quando riusciamo a prenderci gioco del decreto e delle misure che ci impone.
Portiamo il cane a spasso, andiamo a fare la spesa ogni giorno e magari anche più volte al giorno, andiamo in giro per tutto l’isolato con i sacchetti della spesa fatta ore prima che serve solo a giustificare la nostra passeggiata nel caso in cui ci possa fermare per un controllo un agente di polizia locale… e tutto ciò solo per il nostro bisogno di sgranchirci un pò le gambe.
Ci stupiamo quando arrivano i primi casi anche nella nostra città… e allora il problema diventa sapere nomi e cognomi, perchè.. non si sa mai… durante le nostre passeggiate possiamo aver incontrato chi è stato contagiato…
Non ci rendiamo conto che prendiamo in giro noi stessi e non il decreto. Perchè il virus non fa sconti a nessuno! E noi non siamo Highlander…
Quando usciamo, rischiamo noi e mettiamo a rischio i nostri familiari, le persone che ci incontreranno per strada…
L’unica arma che abbiamo contro questo nemico comune è restare in casa.
<<Ciao, riporto la mia testimonianza riguardo al Coronavirus. Ho visto su Facebook che è possibile condividere questo momento. Ho allegato anche le due foto. Grazie per la possibilità che ci state dando nel condividere quello che viviamo.
Salve a tutti,
Mi chiamo Salvatore Cittadino, ho 27 anni e sono di Nicosia(EN). Vivo in Austria da più di un anno ormai, a Dornbirn, capoluogo della regione Voralberg e lavoro all’interno di una fabbrica.
Quando si registravano i primi casi di Coranavirus in Italia, qui a lavoro, sapendo che sono italiano, mi domandavano se avessi anch’io il virus e, scherzando con loro, a volte rispondevo di sì. Ma oggi c’è poco da scherzare, la situazione è seria e lo sta diventando sempre di più.
Da poco qui in città si è registrato il primo caso positivo, un uomo che rientrava dall’Alto Adige. Ci sono anche altri casi in paesi qui vicino e i contagiati stanno aumentando nell’intera regione.
Adesso è tutto chiuso, scuole comprese. Gli autobus e i treni sono praticamente vuoti e sono consentiti solo spostamenti inderogabili, secondo quello che ha annunciato pochi giorni fa il cancelliere dell’Austria.
Al lavoro hanno messo all’esterno dei container, dove ogni giorno bisogna andare per attestare, firmando un foglio, che non siamo stati nelle ultime due settimane nelle zone più colpite e che non presentiamo sintomi.
Stiamo vivendo un periodo buio e il personale sanitario sta facendo il tutto per tutto per fronteggiare questa emergenza. Io non posso capire cosa si prova, posso solo ammirare in silenzio il loro lavoro.
Questa esperienza ci deve aiutare a guardare la vita con occhi diversi. Sapete perché? Perché la vita è troppo imprevedibile per viverla senza dargli un senso. Dobbiamo iniziare a dargli un valore perché non possiamo mai sapere quello che può accadere domani, oggi o tra un secondo.
Quando tutto sarà finito non perdete un solo attimo per apprezzare di più la vostra famiglia, gli amici, il fidanzato, la fidanzata e la vita in generale.
Ci tenevo a pubblicare questa mia testimonianza, perché se questa esperienza sta servendo a me per apprezzare di più la vita, sono certo che può servire anche a voi.
Andrà tutto bene… ma rimanendo a casa ovviamente!
Spero di ritornare presto nella mia amata Nicosia.
Con affetto, dall’Austria.
Salvo>>
#AlTempoDelCorona
#DistantiMaUniti
Ringraziamo Salvo Cittadino per il suo contributo alla rubrica “Al Tempo del corona” e invitiamo chi voglia condividere la propria testimonianza a scriverci all’email direzione@telenicosia.it spedendoci testo e /o video e allegando due foto.
Grazie in anticipo per ogni contributo !
Maria Teresa La Via, giornalista nata a Nicosia, attuale direttore di TeleNicosia