Nel luglio del 1943 in piena seconda guerra mondiale gli anglo-americani sbarcano in Sicilia è l’inizio dell’invasione dell’Italia e della ritirata dei tedeschi, le truppe alleate bombardano pesantemente l’isola, molte città vengono pesantemente danneggiate, tantissimi i morti ed i feriti, anche la provincia di Enna non è esente da questa tragedia, la guerra è arrivata anche all’interno della Sicilia ed i morti ed i feriti si contano a centinaia insieme agli ingenti danni.
Anche Nicosia divenne, suo malgrado, un centro dove gli sfollati provenienti da altri paesi ed i feriti delle battaglie si accumulavano nel centro abitato e nel piccolo ospedale dove prestavano la loro opera due volontarie della Croce Rossa Costanza Bruno e Maria Cirino insieme ad altre donne del paese ed un solo medico volontario.
Quando la battaglia infuriava alle porte di Nicosia, il padre di Costanza il generale Francesco Bruno alle 8 di mattina del 22 luglio 1943, mentre la figlia, come al solito, si avviava all’ospedale, la pregava di fermarsi con gli altri parenti in un sicuro ricovero, ma otteneva solo un rifiuto, stante l’enorme numero di feriti che continuavano ad affluire al piccolo ospedale. Alla fine della mattinata purtroppo un’incursione aerea bombardava e mitragliava la zona attorno all’ospedale, mentre Costanza Bruno e Maria Cirino erano intente con il medico a prestare le cure ai feriti che sopraggiungevano. A seguito dell’attacco, la sfortunata infermiera Maria Cirino rimaneva uccisa all’istante, mentre l’infermiera Costanza Bruno veniva colpita da una pallottola che le spezzava tre dita della mano sinistra, due schegge la colpivano al fianco ed una quarta alla tempia. Nonostante la gravità delle ferite, l’infermiera, rifiutava le cure ed invitava il medico a dedicarsi agli altri feriti che continuavano a giungere presso l’ospedale, sostenendo di sentirsi bene. Trasportata al posto di medicazione della vicina divisione, veniva medicata e venivano amputate tre dita, alla presenza dello zio medico, il dottor Salomone, che assisteva. Sopraggiunta la madre straziata dal dolore, la giovane veniva avviata su consiglio dei medici nell’ospedaletto da campo di Mistretta, per essere operata. Nell’ospedale di Mistretta l’accoglieva il tenente medico che aveva lavorato con lei a Siracusa, il dottor Emmolo; nella notte del 22 luglio 1943 la giovanissima infermiera veniva portata subito in sala di medicazione dove si rilevavano le ferite da schegge e si ravvisava la necessità di operare d’urgenza, ma non era possibile reperire un chirurgo tempestivamente. Quindi il padre si imbarcava in un’ambulanza sotto i bombardamenti correndo durante la notte per cercare un chirurgo che potesse operare. A causa dei bombardamenti, la famiglia con la ragazza dovette fermarsi e rifugiarsi in una grotta, mentre i cannoni tuonavano insistenti. Peggiorando visibilmente il suo stato, ed essendo impossibile a quel punto nascondere la verità, la giovanissima Costanza Bruno disse alla madre che quella era la morte che desiderava ed il Signore aveva esaudito le sue preghiere. Poco dopo spirava era il 23 luglio del 1943.
Alle due eroiche crocerossine vennero assegnate la medaglia di bronzo al valor militare, Medaglia d’Oro al Merito della Croce Rossa Italiana per Servizio di Guerra e la medaglia Florence Nightingale, la più alta distinzione internazionale della Croce Rossa. Costanza Bruno è stata tumulata in una grande croce rossa all’interno della chiesa dedicata ai caduti di Siracusa, il Pantheon. Mentre Maria Cirino riposa presso il cimitero di Nicosia. Una lapide ne ricorda il sacrificio presso la sede del poliambulatorio dove sorgeva il vecchio ospedale di Nicosia e in cui le due crocerossine prestarono la loro opera.
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