Migranti, Mediterranea contro Musumeci: “Solo propaganda discriminatoria”

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PALERMO – “Questa ordinanza appare ancora una volta mera propaganda a sfondo discriminatorio“. Lo afferma alla Dire la presidente della Ong Mediterranea Saving Humans, Alessandra Sciurba, in merito all’ordinanza emanata ieri dal governatore siciliano Nello Musumeci sulla gestione sanitaria degli sbarchi.

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L’ordinanza “appare discriminatoria rispetto a chi soccorre: si applica anche ai salvataggi operati da autorità italiane, oppure il tema è messo tra parentesi perché si auspica ormai che solo i miliziani libici, pagati coi soldi dei contribuenti italiani, intercettino i profughi per riportarli all’inferno libico, e si accanisce quindi, ancora una volta, sulle navi della società civile che strappano poche centinaia di persone a queste terribili violazioni del diritto e dei diritti?”.

E ancora l’ordinanza formata da Musumeci, secondo Sciurba, appare “discriminatoria perché nessuna quarantena è prevista per chi arriva invece dalle zone di Italia e d’Europa, neanche da quelle più colpite dal virus”.

Secondo Sciurba, l’ordinanza firmata ieri dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci “solleva importanti dubbi anche da un punto di vista sanitario“.

“Non si rischia di creare focolai permanenti, quando invece anche i casi positivi potrebbero essere velocemente isolati in strutture idonee per il solo tempo necessario, e con costi anche estremamente inferiori? La nostra esperienza – ancora Sciurba – ha dimostrato che si può conciliare tutela della salute pubblica e dovere di soccorso in mare. Le otto persone positive arrivate con ‘Mare Jonio’, dopo il trasferimento in una struttura della prefettura, non hanno mai rappresentato un pericolo. I membri del nostro equipaggio hanno finito la quarantena e sono risultati tutti negativi grazie ai dispositivi di contenimento adottati a bordo. Il punto è, come sempre, che decisori politici di tutti i livelli non sembrano mai rinunciare alla strumentalizzazione delle migrazioni, che continuano a usare come terreno di scontro politico e costruzione di consenso”.

Secondo la presidente della Ong “l’istituzione di un sistema di zone speciali solo per i profughi che attraversano il Mediterraneo, inoltre, rischia di diventare un dispositivo permanente, come avviene sempre quando la politica usa le emergenze reali o costruite“.

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