Lo SPreSAL dell’Asp di Enna indica per le attività lavorative i comportamenti da adottare per l’esposizione prolungata al caldo

Ermanno Vitali Spresal
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Le alte temperature rappresentano un grave rischio per i lavoratori, specialmente in settori come l’edilizia, l’agricoltura e il florovivaismo. L’esposizione prolungata al caldo può provocare colpi di calore, disidratazione e affaticamento, aumentando significativamente il rischio di incidenti sul lavoro. I sintomi correlati all’esposizione prolungata alle alte temperature includono nausea, vertigini, mal di testa e, nei casi più gravi, perdita di coscienza.

Il Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro, (SPreSAL), diretto dal prof. Ermanno Vitali, sottolinea l’importanza dell’adozione di adeguate misure di prevenzione e protezione da parte dei datori di lavoro. Queste includono la predisposizione di pause regolari in ambienti freschi, l’accesso costante a bevande idratanti e l’uso di abbigliamento adeguato a contrastare le alte temperature. Inoltre, la formazione dei lavoratori sul riconoscimento dei sintomi di stress da calore e l’implementazione di piani di emergenza sono cruciali per prevenire infortuni e garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori. La consapevolezza e la prevenzione sono strumenti chiave per affrontare efficacemente i rischi legati alle alte temperature sul posto di lavoro.

In risposta a queste esigenze, con l’ordinanza n. 1 del Presidente della Regione Siciliana, del 17 luglio 2024, è stato stabilito che “… per i lavoratori esposti a rischi derivanti dall’innalzamento delle temperature, in particolare nei cantieri, in agricoltura e nel florovivaismo, è disposto fino al 31 agosto 2024, salvo successivi provvedimenti, il divieto lavorativo su tutto il territorio siciliano tra le 12.30 e le 16.00 nei giorni in cui la mappa del rischio pubblicata sul sito internet www.worklimate.it/scelta-mappa/sole-attivita-fisica-alta/ riferita a “lavoratori esposti al sole” con “attività fisica intensa” ore 12.00, segnali un livello di rischio “ALTO”. Resta comunque l’obbligo, da parte dei datori di lavoro, di adottare tutte le misure organizzative idonee e necessarie a salvaguardare i livelli minimi delle prestazioni dei servizi pubblici essenziali”.



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