L’Asp di Enna ha diffuso il 29 settembre la notizia dell’assunzione di due giovani ortopedici che verranno inseriti nella pianta organica dell’Uoc di Ortopedia e Traumatologia dell’Umberto I di Enna, ottima notizia per il nosocomio ennese che aumenta la propria offerta medica, ma nella periferia della provincia ed in particolar modo a Nicosia la situazione è drammatica.
Anche il reparto di Ortopedia del Basilotta è un’Unità operativa complessa con tanto di primario e con la previsione in pianta organica di ben quattro medici. Tutto sulla carta. La realtà è ben diversa, rimane in organico il solo “eroico” primario dott. Filippo Favazzi che garantisce solo l’ambulatorio dalle 8 alle 14, senza altri ortopedici a coadiuvare l’attività del reparto. Dal 15 giugno l’attività è praticamente ferma, ricoveri ed operazioni sono dirottati verso altri ospedali il più delle volte nemmeno all’Umberto I, ma addirittura in alcuni casi fuori dall’Asp di Enna. Come si buon ben capire un danno per l’utenza di Nicosia e dintorni, ovvero parte nord della provincia, Nebrodi e Madonie ed un danno economico per l’Asp anche i termini statistici in quanto aumenta l’emigrazione verso altre aziende ospedaliere siciliane o verso strutture private.
Dopo aver pensato a rimpinguare di medici del reparto di Ortopedia dell’Umberto I, i vertici dell’Asp di Enna dovrebbero pensare anche alla periferia nicosiana, ormai da troppo tempo, oltre tre mesi, lasciata in balia degli eventi. Sarebbe opportuno capire che soluzioni intendono adottare, a che punto sono i concorsi o eventuali convenzioni con altre strutture che potrebbero riempire i vuoti d’organico presenti negli ospedali dell’Asp di Enna al di fuori dell’Umberto I.
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