Non era un carnevale di grande tradizione quello che si svolgeva ad Enna. Non richiamava flotte di turisti, semmai qualche forestiero di passaggio o qualche comitiva di giovani dai paesi vicini. Nella sfilata del martedì di carnevale, di carri allegorici in concorso se ne contavano tre o quattro, preceduti da gruppi in costume e tante singole maschere e mascherine. Era comunque un Carnevale a cui partecipavano tutti, grandi e piccini. Nei manifesti di programma affissi sui muri della città si poteva leggere a grandi lettere “Carnevale Ennese”, con elencati i premi in denaro da assegnare. Il Comune, e per esso l’assessorato allo sport e spettacolo e il suo staff, si faceva carico di organizzare la festa del “Re Burlone”, con ottimi risultati. Da qualche decennio, in assenza di valide iniziative da parte dell’ente locale, gli ennesi si organizzano per recarsi ad Acireale, Sciacca, Misterbianco o nella vicina Regalbuto per assistere alle sfilate, oppure ci si accontenta di vedere il Carnevale di Venezia o di Viareggio in televisione. E pensare che il giorno del mercoledì delle ceneri le strade del centro storico, con le piazze del Municipio e Vittorio Emanuele (Sanfrancì) si presentavano con un ‘tappeto’ continuo di coriandoli e stelle filanti, che venivano spazzati nelle prime ore del mattino. Fino agli ’60 veniva organizzata “La Cavalcata” con cavalli bardati a festa: selle, pennacchi, museruole, paraocchi e ciondoli, tutti sfarzosamente luccicanti e coloratissimi, con in groppa cavalieri in costumi carnevaleschi. Si svolgeva nel primo pomeriggio dell’ultima domenica di carnevale con partenza dall’Ente Fiera (Piazza Europa) e arrivo in Piazza Umberto I (Municipio), poi abolita per motivi di sicurezza. Nelle sfilate degli ultimi anni partecipò l’associazione “Enna, Cavallo, Natura” (EN.CA.NA), fondata dal compianto Edoardo Fontanazza, appassionato animatore del sodalizio, con tanti cavalieri e cavallerizze, tra cui ricordiamo: Alfredo Amato, Mario Ricerca, Enzo ed Anna Bajardi, Mario Coppola, Lorenzo Lilla, i fratelli Taormina, Maurizio Melillo, Mimmo Sagona, Vincenzo Schirò ed il veterano Tanu Vicari.
Anche i Veglioni si concludevano il martedì, ultimo giorno di carnevale. Iniziavano il giovedì grasso, cui seguivano quelli di sabato e domenica, nei quali la Enna bene si dava appuntamento, partecipando in massa in queste tradizionali serate. Si tenevano al Teatro Comunale Garibaldi, allietate da due orchestre, una melodica e l’altra ritmica. Quasi tutti gli anni si teneva anche il Veglione di Mezza Quaresima, per soddisfare gli appassionati del ballo. I veglioni, almeno tre, venivano organizzati dal Comune e per esso dalla Commissione Teatrale che si occupava, anche, di tutta la programmazione dell’anno: commedie, riviste, spettacoli d’arte varia, ecc. Era tradizione che il Veglione del Giovedì Grasso veniva affidato all’ENAL (Ente Nazionale Lavoratori), retto dal dinamico presidente avvocato Rutella.
Salvatore Presti
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