IRCCS Oasi di Troina introduce un dispositivo sottocutaneo innovativo per il trattamento del Parkinson

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Al via all’IRCCS Oasi di Troina un innovativo dispositivo sottocutaneo per la gestione del Parkinson. L’Istituto di Ricerca è il primo nel mezzogiorno e il terzo in Italia, ad aver impiantato con successo questo dispositivo su due pazienti donne del catanese, di 67 e 75 anni, segnando un importante e significativo passo avanti nel trattamento e nel controllo di questa patologia neurodegenerativa, seconda solo all’Alzheimer in termini di frequenza.

A spiegare meglio il meccanismo di funzionamento di questo nuovo trattamento, il dottore Pietro Marano, Direttore UO di Neuroriabilitazione e referente aziendale del PDTA interaziendale Oasi/Asp di Enna per il Parkinson e i parkinsonismi.

dispositivo Parkinson 2“Le due donne affette da questa patologia in forma avanzata sono state ricoverate all’interno del nostro Istituto per aggiornare la terapia farmacologica e iniziare un programma riabilitativo intensivo (riabilitazione, logopedia, terapia occupazionale, neuropsicologia, realtà virtuale) seguite dal team dedicato. Al termine di un incontro con la Direzione Generale ed in sinergia con la farmacia e tutto lo staff Direttivo dell’Ente si è giunti alla determinazione di poter trattare queste due donne con l’ultimo ritrovato della terapia avanzata. Da 60 anni la molecola dedicata alla patologia è la L-Dopa che poi viene trasformata, con un complesso meccanismo biochimico, in Dopamina (vera benzina per il nostro cervello e carente nella patologia). La durata nel nostro organismo di ogni singola somministrazione di L-DOPA è di circa 2/3 ore, poi degrada e termina la sua funzione provocando dei fastidiosissimi stati, chiamati “OFF” che portano anche a rovinose cadute con conseguenze gravi per i pazienti. L’innovazione di questo trattamento consiste nel fatto che il farmaco, adatto per una forma avanzata e adesso sintetizzato chimicamente in formulazione liquida e chimicamente stabile, viene inoculato attraverso una pompa che, attraverso un cateterino che termina in una microcannula, inserita in sottocute e sostituita periodicamente, riversa anche nelle 24 ore il prodotto, ponendo fine ai fastidiosissimi stati di “OFF” e di “wearing off” (caduta improvvisa dell’efficacia del farmaco), rendendo così anche facile superare la notte per i pazienti che, in condizioni di privazione del farmaco o di somministrazioni orali inefficaci, rendeva il sonno discontinuo ed infastidito da dolori continui soprattutto agli arti inferiori”.

La malattia di Parkinson colpisce più di 300.000 persone in Italia, con circa 10.000 casi stimati solo in Sicilia. La sua incidenza, sebbene più comune tra gli anziani, intorno ai 60 anni, può manifestarsi anche in età più giovani, prima dei 40 anni, presentando una sfida significativa per i pazienti, le loro famiglie e il Servizio Sanitario Nazionale. La patologia è causata dalla perdita di neuroni dopaminergici, responsabili della produzione di dopamina, il neurotrasmettitore fondamentale per il controllo dei movimenti.

Attualmente non esiste una cura definitiva per il Parkinson, ma ci sono protocolli terapeutici e tecniche mirate a migliorare la qualità di vita dei pazienti.

Il Direttore Generale dell’IRCCS Oasi, il dott. Arturo Caranna, sottolinea che “questa esperienza dimostra l’eccellenza sanitaria presente anche nel Sud Italia, confermando la validità, la competenza e la professionalità dei medici, degli operatori e dei professionisti nel campo della sanità in Sicilia”. Inoltre, aggiunge, “come questa sperimentazione, che ha riguardato pazienti donne, coincidendo con la Giornata Internazionale della Donna, è un momento simbolico di progresso e consapevolezza”.

L’IRCCS Oasi Maria SS. di Troina è autorizzato alla somministrazione di trattamenti farmacologici specifici e adotta un approccio multidisciplinare per affrontare la complessità della malattia, offrendo anche servizi di screening iniziale.


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