Intervista al dott. Arcangelo Russo, direttore dell’Uoc di Ortopedia e Traumatologia all’Umberto I di Enna

Arcangelo Russo
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Arcangelo Russo è direttore dell’Unità Operativa Complessa di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale Umberto I di Enna e da qualche tempo, docente ricercatore nel Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università Kore di Enna, per l’insegnamento di “Malattie dell’apparato locomotore”. Russo si è laureato e specializzato all’Università. Degli studi di Catania e ha dimostrato sin da subito un forte interesse verso la ricerca facendo importanti stage formativi all’Università di Pittsburg e a Roma.

Qual è la motivazione che l’ha indotta a dedicarsi  anche all’insegnamento?

Ho accettato questa sfida perché tra i miei focus c’è quello di fare ricerca e di associarlo alla pratica che facciamo in ospedale.

Di cosa vi occupate esattamente nell’Unità operativa che dirige?

I campi d’azione dell’ortopedia ad Enna sono molto vasti e vanno dalla traumatologia grossa a quella più piccola alle malattie degenerative delle principali articolazioni.

Il mio campo di interesse maggiore è per la traumatologia dello sport e la protesica del ginocchio, su questi argomenti stiamo pubblicando su alcune riviste nazionali ed internazionali sfruttando collaborazioni con importanti università europee (nello specifico Barcellona e Bruxelles). Ma stiamo anche pubblicando una review sulla traumatologia concernente la spalla.

Che differenza c’è tra ortopedia e traumatologia?

Nello specifico: l’ortopedico si occupa di fornire un percorso di cura e riabilitazione a patologie sia croniche che acute; mentre il traumatologo si concentra sulla fase acuta del disturbo, sulla ripresa delle funzionalità a seguito di un infortunio, come nel caso di fratture, lacerazioni e distorsioni.

La traumatologia, inoltre, è la branca della medicina che studia gli effetti di avvenimenti lesivi improvvisi e violenti (traumi) che arrecano danni ai vari apparti dell’organismo e si occupa , anche, di studiare  le modalità e le tecniche di intervento per ripristinare l’integrità dell’organismo stesso.

Quante sono le unità mediche impiegate nel reparto?

Ci siamo cinque medici specializzati in varie branche dell’ortopedia. Cerchiamo infatti, oltre a fare ricerca, di differenziare i nostri compiti. Il dott. Fanzone (il più esperto) si occupa fra l’altro di traumatologia e di impianti da revisione. Il dottor Costa si occupa di chirurgia del ginocchio e traumatologia dello sport. Il dott. Zocco di protesica di anca e ginocchio, il dottor Cutaia si occupa di chirurgia del piede, il dottor Dinaro si occupa di spalla e anca e poi abbiamo anche due medici specializzandi assunti con decreto Calabria molto bravi ma che necessitano ancora delle nostre attenzioni per curare la loro crescita (Dottori Moncada e Giancani). Alcuni di loro sono inquadrati in qualche modo anche nell’organico universitario come cultori della materia di “malattie dell’apparato locomotore”. Sono loro che curano principalmente la fase della ricerca, sono stati nominati regolarmente con Decreto dell’università Kore. Cerchiamo per questo di guardare sempre al futuro. Non dimentichiamo, infine, il personale infermieristico magistralmente coordinato dalla dott.ssa Cullemi.

Cosa può dire relativamente alle liste d’attesa. Sono diminuite o aumentate?

Siamo molto ricercati per la chirurgia del ginocchio e questo fa sì che le liste siano molto lunghe. Abbiamo chiuso quelle del 2022 e adesso stiamo chiudendo quelle del 2023 e del 2024. Devo dire quindi che siamo a buon punto.

Da dove proviene maggiormente l’utenza?

Principalmente da tutta la Sicilia, dal sud Italia e dalla Calabria, ma sono soprattutto le società sportive che ci cercano, essendo punto di richiamo importante per la traumatologia sportiva. Se si guarda intorno vede infatti affisse sui muri le varie maglie sportive delle squadre che si sono affidate a noi. Siamo anche un reparto di chirurgia d’elezione e questo grazie anche alla nostra dirigenza che negli anni si è succeduta al comando dell’azienda, che ci ha sempre sostenuti e incentivati non facendoci rinunciare a quello che è il “nostro piatto forte”.

Ciò che comunque mi preme puntualizzare e il nostro lavoro di squadra, Siamo, infatti molto affiatati tra di noi ed in questo momento è importante ricordare la figura di Angelo Graceffa (che purtroppo non è più fra noi, almeno fisicamente), ma che ha iniziato a creare quelle basi per una squadra che stabilisce rapporti umani al di fuori dell’ambito lavorativo, assieme alle nostre famiglie. Questo affiatamento nella vita privata ci aiuta certamente a lavorare meglio in team, il che è importantissimo.

E a proposito del trapianto delle cellule staminali?

È una metodica che facciamo regolarmente sia come interventi chirurgici che come prelievi di sangue. L’essere partecipi alla realtà universitaria ci aiuta molto per via della ricerca e dello studio dei nostri risultati, poiché in tal modo possiamo evitare di utilizzare strumenti che poi non risultano adatti per alcune patologie.

Antonella Pagaria


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