Il restauro del “San Benedetto in Trono” al Museo Diocesano di Nicosia: storia, tecnica e riscoperta di un’opera d’arte – VIDEO

Presentazione San Benedetto in trono 1
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Nella serata del 28 ottobre, il Museo Diocesano di Arte Sacra di Nicosia ha presentato con orgoglio il risultato del restauro del capolavoro “San Benedetto in Trono”, un’opera d’arte che aveva affrontato un percorso travagliato verso il degrado.

L’evento è stato inaugurato dai saluti di monsignor Giuseppe Schillaci, vescovo della Diocesi di Nicosia. Successivamente, la direttrice del Museo Diocesano, Lella Russo, ha preso la parola, introducendo la quinta opera d’arte a essere restaurata e riportata al suo antico splendore dai restauratori a cui il museo ha affidato il compito. La professoressa Russo ha fornito un quadro storico del periodo in cui San Benedetto, il fondatore dell’Ordine dei Benedettini, visse, e ha condiviso l’entusiasmo per il restauro dell’opera, spiegando le ragioni di questa scelta e le criticità delle condizioni in cui si trovava.

Presentazione San Benedetto in trono 2

I dettagli del restauro sono stati poi presentati da Enza Gulino e Antonio Alaimo, una coppia di restauratori che ha dedicato anni a riportare all’antico splendore opere del Museo Diocesano di Nicosia e di alcune chiese nella stessa città. Il loro laboratorio a Gangi è stato il luogo in cui hanno lavorato intensamente su questa opera particolarmente degradata, con numerose parti mancanti. La statua, un tempo collocata nella chiesa di San Benedetto a Nicosia, è composta da tre parti: la statua del santo, il trono e la base. La sua costruzione impiega elementi polimaterici, una struttura in legno realizzata con listelli di vario spessore, tessuto di canapa e lino trattato con colla e una malta molto grossolana modellata a mano. Nel corso del tempo, la statua è stata ridipinta e aveva perso la mano sinistra, che è stata successivamente ricostruita dagli abili restauratori Alaimo e Gulino. Hanno anche ripulito la statua dai colori non originali, restituendole il suo antico splendore.

Il professore Antonio D’Amico, storico dell’arte e conservatore del Museo Diocesano di Nicosia, si è dedicato a datare l’opera e ad attribuirne l’autore. Inizialmente, la statua era stata attribuita da padre Lo Gioco a Stefano Li Volsi, datandola intorno al 600. Tuttavia, attraverso uno studio comparativo dettagliato con altre opere d’arte, come i quadri di Antonello da Messina, Antonio D’Amico ha concluso che con molta probabilità si tratta di un’opera d’arte del primo decennio del 500 attribuibile alla Bottega de Li Matinati, messinesi che in quel periodo erano celebri in tutta la Sicilia per le loro opere. Un confronto per similitudine è stato effettuato con il San Silvestro a Troina, molto simile nella struttura alla statua di San Benedetto in trono.

San Benedetto in trono

La serata si è conclusa con la visita all’opera, che è stata collocata all’interno delle sale del Museo Diocesano. Questa magnifica e imponente opera, finalmente rinata grazie a un eccellente restauro, ora risplende di nuovo e può essere ammirata dai visitatori del museo. La riscoperta di “San Benedetto in Trono” è una testimonianza del valore della conservazione del patrimonio artistico e storico.


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