Il grido disperato di una madre: chiede ausili vitali per la figlia disabile, ma l’ASP di Enna non ha fondi

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In una Sicilia che si definisce civile, ci giunge l’ennesimo drammatico appello che scuote le coscienze. Una madre di Gagliano Castelferrato vive un autentico calvario per garantire una vita dignitosa alla sua bambina, affetta da tetraparesi spastica. Il suo racconto è lo specchio di un sistema sanitario in ginocchio che volta le spalle ai più fragili.

La doccia fredda è arrivata negli uffici dell’ASP di Nicosia, dove la donna si era recata per ritirare le prescrizioni necessarie al finanziamento di presidi fondamentali: seggiolone posturale, passeggino e tutori per le gambe. La risposta secondo i racconti della donna sarebbe stata brutale nella sua semplicità: “Non ci sono fondi”.

Come se non bastasse, la piccola ha subito un ulteriore colpo: la sospensione delle attività presso la cooperativa “Corrieri dell’Oasi” di Troina, dove due volte a settimana seguiva percorsi di studio e logopedia essenziali per il suo sviluppo. Anche qui, il motivo è sempre lo stesso: mancanza di finanziamenti.

“Mi sento impotente e abbandonata dalle istituzioni”, confessa la madre con voce rotta dalla disperazione. “Mia figlia ha diritto a questi ausili, sono indispensabili per la sua qualità di vita. Come possiamo andare avanti così?”

La vicenda mette a nudo le crude conseguenze dei tagli alla sanità, sia a livello nazionale che regionale, che si abbattono come una scure proprio su chi avrebbe più bisogno di protezione. Le famiglie dei disabili, già gravate dal peso quotidiano dell’assistenza ai loro cari, si trovano a combattere una guerra estenuante contro i mulini a vento della burocrazia e dell’indifferenza istituzionale.

È questa l’Italia e la Sicilia che vogliamo? Un Paese che abbandona i suoi cittadini più vulnerabili nel momento del bisogno? La storia di questa madre e sua figlia è un campanello d’allarme che non possiamo permetterci di ignorare.


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