Riceviamo e pubblichiamo una riflessione dell’ex amministratore del Comune di Sperlinga, Michele Lo Bianco, sulla vicenda dell’hub logistico addestrativo che sorgerà nei territori di Gangi, Nicosia e Sperlinga.
“Sulla questione del poligono di tiro militare da insediare nei territori di Gangi, Sperlinga e Nicosia l’impressione è che si stia mettendo il carro innanzi ai buoi.
Infatti.
Tranne l’appassionata stretta di mano dei tre Sindaci con i Generali, rimane solo un generico accordo di massima approvato dalle rispettive Giunte Comunali che, forse, non erano neanche titolate a farlo.
In base al quale, la concessione di 3000 ettari del nostro territorio per trent’anni discende, esclusivamente, da un atto che non ha in sè né la legittimità amministrativa, nè la forza politica per reggerne il peso.
Poiché.
Se è difficile capire, come e qualmente, è stato possibile escludere i Consigli Comunali da una scelta di questa portata, difficilissimo risulta comprendere, in base a quale visione politica e a quale concezione della democrazia, è stato possibile privare i cittadini di ogni informazione e di ogni coinvolgimento su di una materia che interferisce con il destino del loro territorio e delle loro comunità.
Dunque.
Prima, oltre e più che sui vizi di forma, bisogna soffermarsi sul vizio politico di questa decisione,
che è -e rimane- il suo vero peccato originale.
Questo è il discrimine e da questo punto fondamentale bisogna muovere.
Non che non sia importante fare tutte le considerazioni del caso e porre tutte le domande che sorgono spontanee su questa vicenda , ma, in questa fase, resta decisivo non entrare nel vortice del merito di questa scelta.
Pena la legittimazione implicita della stessa e di coloro che l’hanno compiuta.
Che, invece, vanno semplicemente “aiutati” ad uscire dal guado in cui si sono cacciati.
Per esempio rammentando loro che:
-in quanto eletti per svolgere il ruolo del Sindaco, abbiano la prudenza di non abbandonare mai un adeguato self control democratico, al fine di non scivolare in deprecabili derive podestarili;
-se poi qualcuno, con conati da padre padrone, tenta anche di fermare il dissenso bannandolo a destra e a manca costui, per questa via, sta solo dando la più flagrante dimostrazione della propria fragilità politica, da vero e proprio reo confesso.
Ma questo è il momento in cui bisogna aggiungere tolleranza e buon senso ove manchino, facendo tutti la nostra parte secondo le competenze di ciascuno.
Cosicché.
In primis, i Consigli Comunali dei tre comuni interessati sono chiamati a rivendicare il proprio ruolo e ad assumere per intero le propria responsabilità, chiedendo unanimemente la revoca dell’accordo in questione.
In secondo luogo, gli Enti, le Associazioni, i Comitati e i Cittadini tutti sono chiamati a far sentire alta la loro voce rivendicando fieramente un ruolo attivo nelle scelte che riguardano il destino dei propri territori e delle proprie Comunità.
Nella considerazione.
Che l’unico compito che oggi dobbiamo diligentemente svolgere è quello di resettare, e consiste in questo:
alcuni devono chiedere risolutamnete il passo indietro e altri devono umilmente farlo. Per intero e subito.
Poi, rimessa la palla al centro, se del caso si potrà giocare la partita. Ma lo si farà con tutti i crismi. Ovvero: con la necessaria preparazione, con gli studi e gli approfondimenti del caso e, soprattutto, con il massimo coinvolgimento di tutti i soggetti aventi titolo.
Perché, semmai dovesse trattarsi di scegliere se questo territorio debba perire di fame o di uranio impoverito, quello potranno deciderlo coloro i quali lo abitano. E nessun altro per loro”.
Michele Lo Bianco (ex amministratore Comune di Sperlinga)
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