Esistono soluzioni per andare in pensione anticipatamente rispetto a quanto stabilito dalla legge? Chi avesse 58 anni con 35 anni di contributi può andare in pensione?
La risposta è affermativa. Esistono, infatti, diverse opzioni per andare in pensione prima di aver raggiunto i requisiti anagrafici e contributivi fissati dalla legge (67 anni di età e minimo 20 anni di contributi versati).
Anche in questi casi, ovviamente, è necessario rispettare alcuni parametri stabiliti e accettare, inevitabilmente, di percepire un importo pensionistico inferiore rispetto a quello spettante di norma. A complicare il quadro ci sono i numerosi interventi effettuati dal legislatore in materia pensionistica, finalizzati a contenerne la spesa. Una situazione determinata non solo da scelte passate, ma anche dalla complessa situazione demografica italiana, che vede sempre più un aumento dell’anzianità contro un calo sempre maggiore della natalità.
58 anni e 35 anni di contributi: si può andare in pensione?
Esistono, dunque, casi previsti dalla legge che consentono di andare in pensione anticipatamente. Si pensi alla pensione anticipata ordinaria e contributiva, all’APE, alla pensione sociale, Quota 100 e 102 o quella spettante ai lavoratori cosiddetti “precoci”: tutti trattamenti accessibili raggiunti un certo numero di anni contributivi e anagrafici.
Tra queste tipologie c’è un solo caso di trattamento pensionistico che permette di andare in pensione a 58 anni e con 35 di contributi: Opzione donna.
In questo caso anche, tuttavia, è necessario fare delle precisazioni.
Pensione Anticipata a 58 anni: Opzione donna
Introdotto per la prima volta nel 2004 e nuovamente nel 2019 (prorogato poi dalla Legge di Bilancio 2021), Opzione donna è il trattamento pensionistico anticipato calcolato su base contributiva, spettante a lavoratrici autonome e dipendenti che abbiano, alla data del 31 dicembre 2021 raggiunto i seguenti requisiti:
- 58 anni di età per le lavoratrici dipendenti;
- 59 anni di età per le lavoratrici autonome.
In entrambi i casi le lavoratrici devono aver maturato i 35 anni di contributi.
Una novità introdotta dal DL 4/2019 riguarda, oltre la differenza di età tra le due categorie, l’eliminazione dell’adeguamento dei requisiti all’incremento della speranza di vita.
Oltre l’età anagrafica, diverso è anche il periodo di erogazione della pensione: 12 mesi dalla maturazione di entrambi i requisiti per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per le altre.
Chi non può fare domanda
A parità di requisiti, non possono fare richiesta di pensionamento con Opzione donna:
- le lavoratrici iscritte alla gestione separata Inps;
- chi ha maturato la pensione ordinaria di vecchiaia o anzianità;
- le destinatarie delle misure previste per gli esodati.
Come fare domanda per Opzione donna
A differenza delle lavoratrici autonome, quelle dipendenti possono presentare domanda di pensionamento anticipato con Opzione donna solo una volta cessato il rapporto di lavoro dipendente (requisito non richiesto, invece, nell’altro caso).
La domanda va presentata online attraverso il servizio dedicato messo a disposizione dall’Inps o, in alternativa, tramite il Contact Center (chiamando il numero verde gratuito da rete fissa 803 164 oppure 06 164 164 da rete mobile) e gli enti di patronato.
Non è possibile cumulare i contributi versati in altre gestioni pensionistiche, salvo procedere con la ricongiunzione, un’opzione, tuttavia, che ha dei costi.
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