Il sindaco del Comune di Enna, Maurizio Dipietro, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, rilancia l’appello affinché la risorsa idrica sia veramente un bene comune: “l’acqua è un diritto umano universale e fondamentale ed è la risorsa indispensabile per l’equilibrio degli ecosistemi. Bisogna impedire che la tariffa copra la remunerazione del capitale investito dal gestore, ovvero contrastare una ingiustizia etica”, afferma il sindaco di Enna.
Oggi vista l’ostinata volontà di privatizzazione delle lobby e di alcuni decisori politici, a quasi 12 anni dal referendum sull’acqua del giugno 2011, in cui sono state abrogate le leggi che parlavano di una sua privatizzazione, l’acqua non è ancora un bene comune, sempre più in balìa degli speculatori.
Le società che gestiscono i servizi idrici italiani sono società per azioni miste. Gli utili sono divisi tra gli azionisti e non esiste obbligo di investimenti nella rete. Arera, che stabilisce le tariffe per i gestori, ha sostituito la remunerazione del capitale investito con gli oneri finanziari del gestore: in tariffa, cioè, confluiscono costi come i conguagli e la morosità che producono ricavi altissimi. Mentre le bollette aumentano, la qualità della gestione cala: le perdite di acqua, secondo i dati dell’Istat, si aggirano attorno al 42%, l’investimento nelle reti idriche cala, il 91% degli utili è distribuito tra gli azionisti.
La provincia di Enna detiene il triste primato del servizio idrico integrato più caro d’Italia. Il costo esorbitante della risorsa è determinato dal prezzo alla fonte di Siciliacque, la tariffa si impenna appena passa alla elaborazione di Acquaenna, il gestore locale che, attraverso l’adozione di Piani d’ambito costosissimi e con notevole spregiudicatezza, fa ricadere sull’utenza milioni di Euro di spese non di rado superflue. A tutto ciò si aggiunge la discontinuità della erogazione, le perdite nella distribuzione che continuano a contrastare con il costo delle sistemazioni delle reti urbane, la pessima qualità organolettica delle acque distribuite, inutilizzabili ai fini della potabilità.
“Chiedo la stipula di regole certe per una tariffazione equa e sostenibile, anche per le fasce più deboli della popolazione, che determini una significativa e consistente riduzione della tariffa, che escluda le partite pregresse e la messa in mora del gestore che non è stato in grado di assicurare qualità delle acque distribuite e funzionalità dei depuratori.”, afferma il primo cittadino ennese.
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