Francia e Italia convergeranno finalmente le loro politiche quando si tratterà del futuro della Libia?

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Dopo anni di relazioni non sempre idilliache, Italia e Francia sembrano finalmente intenzionate a riappacificarsi per affrontare la spinosa questione libica. Lamicizia tra Emmanuel Macron e Mario Draghi, infatti, potrebbe presto dare i suoi frutti e trasformarsi in unalleanza di interessi e di intenti, dopo i colloqui bilaterali dello scorso 24 maggio a margine del vertice europeo. L’azione congiunta di queste potenze tradizionalmente divise riguardo al futuro del Paese nordafricano potrebbe far rimescolare le carte in tavola e disegnare un nuovo schema di influenze. Per lItalia è loccasione di avere un interlocutore serio a Tripoli, assieme al quale pianificare un lavoro comune. Si è iniziato un nuovo passo importante delle nostre relazioni internazionali, una collaborazione in una parte del mondo che ci aveva sempre visto su sponde diverse, se non contrastanti. Lintenzione è lavorare insieme in quella parte dAfrica ha dichiarato il premier italiano, cui ha fatto eco il presidente francese: “Abbiamo avuto una lunga discussione. L’obiettivo è di avere una politica estremamente coordinata e di partenariato sul dossier libico. Tuttavia, a parte il sostegno al premier del governo transitorio libico (GNU) Abdelhamid Dbeibah, che ha il compito di traghettare il Paese al voto di fine anno, la direzione di questo “passo importante” resta poco chiara. L’Italia di Draghi asseconderà la Francia quando si tratterà delle elezioni della Libia?

 La posta in gioco è alta, sia per la Libia per cui potrebbe finalmente aprirsi un periodo di pace e stabilità sia per lItalia e la Francia, che possono ambire a trovare una nuova influenza nel Paese, traendo vantaggi dallinsediamento di un governo giusto, amico e collaborativo. Di certo non è facile per la Libia venir fuori da tanti anni di turbolenza, segnati da conflitti armati e ideologici: dopo la caduta del colonnello Muammar Gheddafi, nel 2011, infatti, si è scatenata una logorante guerra civile tra le fazioni che si contendono il controllo del Paese, ricco di petrolio e geograficamente strategico. Ed è naturale avere dubbi sulla effettiva futura comunione dintenti italo-francese, se si osserva quanto accaduto in passato. Da una parte, la politica estera dei recenti governi italiani ha appoggiato, a ovest del Paese, il Governo di Accordo Nazionale (GNA), istituito sul finire del 2015 con la mediazione dell’ONU, vero, ma anche sostenuto finanziariamente e militarmente dalla Turchia e rappresentato da una forte minoranza di partiti islamisti (come i jihadisti e i Fratelli musulmani) che minaccia di portare il Paese verso la sharia. Dallaltra parte, i governi francesi hanno dato il proprio supporto sul fronte orientale, schierandosi con il generale Khalifa Haftar, baluardo contro l’estremismo islamico e considerato leader de facto dal 70% del Paese, controllando anche la maggior parte delle risorse naturali. Frequenti gli incontri con Macron, a dimostrazione di quanto sia forte lintesa tra i due: risale allo scorso 9 marzo lultima visita in Francia del feldmaresciallo, la quarta in tre anni. Ora che le elezioni in Libia sono alle porte, Draghi deve ancora discutere formalmente un piano d’azione con Macron.

L’Italia al fianco della Libia, ma in solitaria: occorre ritrovare un assetto unitario con gli altri Paesi europei, Francia in primis

Per ora infatti il premier italiano ha condotto una politica estera in solitaria in Libia: il 31 di maggio, una settimana dopo le promesse di partnership con il presidente Macron, Draghi ha ricevuto a Roma il premier Dbeibah per la prima visita ufficiale in Italia da quando ha assunto la carica, rinnovando lintesa tra i due Paesi, già suggellata a inizio anno, quando fu Draghi a recarsi a Tripoli (prima visita allestero del neoeletto premier italiano). Al centro dei dialoghi, oltre al tema migranti, la ripresa economica dei due Paesi: Siamo tornati alle ottime relazioni bilaterali” e “vorremmo riattivare tutti i memorandum di intesa, tutti gli accordi e aprire orizzonti per incrementare lo scambio commerciale con l’Italia” ha affermato Dbeibah al termine della visita. E: La collaborazione tra il governo del primo ministro Dbeibah e lItalia continua a essere sempre più fertile e viva, ha proseguito Draghi. Si è parlato anche di energia, in occasione del vertice a due, ed è parso anche in questo caso che il premier italiano stia andando avanti da solo per riaffermare il posto dell’Italia nel Paese strategico per quanto riguarda lo sfruttamento delle abbondanti riserve di greggio. Le nostre società ha affermato Draghi sono pronte a collaborare nelle energie rinnovabili. Alla base di tutto c’è una necessità, quella di mettere in sicurezza coloro che dovranno mettere a terra questi progetti, riferendosi alla gestione dellemergenza pandemica e alla somministrazione dei vaccini. E sul fronte sanitario, lItalia si è impegnata nella ricostruzione del tessuto infrastrutturale libico, con la ricostruzione degli ospedali decisa più di dieci anni fa con lintesa raggiunta tra Berlusconi e Gheddafi.

Ma se Draghi vuole onorare il suo impegno con Macron, dovrà stabilire con lui accordi più ufficiali su quale politica perseguire in Libia e dunque chi sostenere alle elezioni di dicembre piuttosto che guardare miopemente al guadagno a breve termine dell’Italia. Oltre i personalismi, occorre definire un assetto unitario e costante fra i principali attori dellUnione Europea in primo luogo con Francia. Dopo tutto, il futuro della Libia influenzerà l’Europa intera, e non solo l’Italia.

 

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